DON GIOVANNI MILANI MEDITA NELLA VIGILIA DEL NATALE DEL SIGNORE

È davvero interessante leggere nella liturgia di vigilia del Natale del Signore questo brano di Matteo che pone accanto al mistero della nascita del Signore la grande figura di fede di Giuseppe.L’inizio del brano non ci dà traduzione letterale così risulta meno esplicito il richiamo alla narrazione precedente: la γένεσις genealogia-generazione che termina proprio con Giuseppe di cui Maria è μνηστευθείσης promessa sposa.

“Prima che andassero a vivere insieme” Maria “si trovò incinta per opera della Spirito santo”: qui sorge la tesa riflessione di Giuseppe sul proprio rapporto con la sua stessa sposa.I padri danno due interpretazioni dell’animo di Giuseppe.La prima, seppur meno attenta e penetrante la profondità del personaggio è però la più diffusa, addirittura attestata dall’arte delle icone con il personaggio del “dubbio”, l’omino vestito di pelli nere, accanto a Giuseppe nel sonno; secondo questa versione, lo sposo avrebbe dubitato della fedeltà della sua sposa.Ma interpretazione più raffinata e aderente alla grandezza di fede di Giuseppe, ce lo indica invece pensoso circa la propria estraneità al mistero che coinvolge nella grandezza di Dio la sua sposa: se ne sente indegno benché giusto; dal momento che, secondo la legge, solo il marito poteva ripudiare la sposa e riconoscendo il mistero del Signore, la vorrebbe lasciare λάθρᾳ “in segreto”.

Questa pagina ci consegna dunque la fede esemplare di Giuseppe, disposto a farsi da parte per lasciare spazio alla sua sposa e al Signore, ma ne è coinvolto: se “ella darà alla luce un figlio”, pure a lui è detto, attribuendo responsabilità: “tu lo chiamerai Gesù”.Qui, con Matteo, è da fermarci per assaporarne il nome: Gesù, il Signore salva, come aggiunge l’evangelista: “il suo popolo dai suoi peccati” (affermazione che riprenderà nel momento così alto dell’ultima cena: “il sangue versato” è “per il perdono dei peccati” 26,28).

Il richiamo ad Isaia sottolinea il nome profetico di “Emmanuele, che significa «Dio con noi»”, sottolineatura che il primo vangelo porrà conclusiva, addirittura nel suo ultimo versetto: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (28,20) con una inclusione che dà forza d’annuncio ed esito al mistero della salvezza nell’incarnazione, nel farsi uomo del Signore.Il centro del Natale, naturalmente, è il nato Signore, non di meno abbiamo da trascurare Maria, ne abbiamo richiamato gloriosamente la Maternità divina la scorsa domenica: è lei la Madre, colei che ha partorito il Signore, è lei, Madre di Dio, che, anche nel brano posto a nostra meditazione, ci è messa innanzi nell’opera grandiosa di nuova creazione – in lei – dello Spirito.

 

Don Giovanni Milani