ANCORA GIALLO SUL PICCOLO LIAM:
IL GIUDICE POTREBBE CHIEDERE
L’IMPUTAZIONE DEI GENITORI

tribunale lecco 10LECCO – Era il 15 ottobre 2015 quando il piccolo Liam venne dichiarato morto all’ospedale di Lecco. Aveva solo ventotto giorni di vita e oggi quell’inspiegabile tragedia non ha ancora una risposta. Nelle prossime ore al Palazzo di Giustizia lecchese sfileranno i genitori del neonato, convocati dal giudice per le indagini preliminari Paolo Salvatore che si è opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto Cinzia Citterio.

Per la mamma e papà di Liam c’è l’accusa di omicidio volontario, omicidio colposo invece è l’imputazione per i tre medici dell’ospedale che curarono il bambini in due differenti ricoveri a poca distanza l’uno dall’altro. Il fatto che la convocazione interessi solo i due genitori – spiega Andrea Morleo su Il Giorno – lascia pensare che il giudice sia intenzionato sin d’ora ad escludere eventuali profili di responsabilità nei confronti dei dottori, mentre vorrà approfondire il ruolo dei genitori.

Tre le strade: archiviare l’inchiesta o alcune sue parti, chiedere alla Procura ulteriori indagini, oppure disporre quella che si chiama “imputazione coatta“, ovvero disporre che il pubblico ministero formuli un’accusa per fissare di conseguenza l’udienza preliminare entro dieci giorni.

I consulenti sono convinti che il piccolo Liam sia morto per soffocamento, come sosterrebbero i riscontri dell’autopsia a livello polmonare, altri elementi accertati sono una caduta di faccia e due fratture simmetriche ben evidenti sul cranio ma non ravvisate nel secondo ricovero. Il giallo insomma è tutt’altro che risolto.