“I MAGNATI MAGNANTI”: IL GRAFFIO SULLA CENA SEGRETA PER IL TEATRO

Non ci sono ancora – un po’ stranamente – le cifre delle donazioni raccolte durante la pantagruelica cena della disperazione organizzata dal Comune per raccogliere soldi dalla crème di Lecco per il Teatro.

SENZA le cifre il resto è un po’ una non notizia dal menù all’elenco dei nomi e attività dei commensali in sfilata.
Magari i magnati magnanti han promesso un bonifico o staccato un assegno e in Comune stanno aspettando che vada in valuta.
I soldi, vista comunque la cerchia, non dovrebbero essere, di grazia, briciole.
È, infatti, tutta gente che può beneficiare in maniera importante del 65% del credito d’imposta attraverso la Legge dell’Art Bonus che premia le donazioni, anche quelle senza cena collegata.

RESTA il fatto che avrebbero potuto aprire il portafoglio senza prima farsi aprire la bocca dello stomaco e, soprattutto, che questa occasione di contattare i singoli imprenditori direttamente per la Cena della disperazione, doveva essere un passaggio da fare fin dall’inizio della Campagna fondi, anche per una questione di attenzione, coinvolgimento e rispetto, cosa peraltro non improba visto il ruolo lavorativo precedente ricoperto dal Sindaco così oltre alla forma si risparmiavano i 50mila € pagati a un’agenzia di pubblicità che non pare abbia dato un così evidente e tantomeno marcato contributo. Prova ne sono i soli 12.000€ raccolti dai cittadini, pochi entrambi

RESTO dell’idea, visto tantopiù che i soldi per il Teatro sono già stati stanziati a Bilancio per la totalità dei lavori… che questa modalità di coinvolgimento della crème di Lecco – magnanti o non magnanti – andava e va – indirizzata per la definitiva, finalmente, riqualificazione e gestione del Centro sportivo Bione o, perché no, alla promozione dell’edilizia pubblica, sociale e cooperativa e una Fondazione per la Casa.

GUARDO invece Gattinoni e Giunta – in piena televendita nelle Scuderie di Villa Manzoni come qualche ora dopo sul Palco del Centro Sociale per lo spot del Portale Opere pubbliche – sempre uguali come un Plotone di esecuzione schierato per fucilare il pudore del mondo, quel poco che rimane, ai commensali che magnano e pagano e ai cittadini che invece arrancano nel quotidiano di tasse aumentate e servizi che calano.

Paolo Trezzi