MILANO – Ammonta a oltre 19,8 milioni di euro l’importo dei canoni ordinari sulle grandi derivazioni idroelettriche trasferito da Regione Lombardia alle Province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Monza e Brianza, Varese e alla Città Metropolitana di Milano, corrispondente all’80% delle somme introitate da Regione Lombardia su tali canoni.
La somma spettante al territorio lecchese è suddivisa per i dieci Comuni: Bellano 10.000 euro, Casargo 54.684 euro, Dervio 25.959 euro, Introbio 41.917 euro, Paderno d’Adda 41.917 euro, Pagnona 41.917 euro, Premana 61.068 euro, Robbiate 61.068 euro, Sueglio 41.917 euro, Sueglio 41.917 euro.
“Come per gli anni scorsi – spiega l’assessore a Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori – la fornitura di energia gratuita è stata sostituita dall’erogazione del relativo ‘controvalore’ (o monetizzazione) quantificato sulla base del prezzo di vendita conseguito dai produttori nell’anno precedente. Anche per il 2023, quindi, la Giunta ha scelto eccezionalmente di trasferire a tutti i territori interessati dalla presenza delle dighe e dei grandi impianti idroelettrici gran parte delle somme introitate sull’energia prodotta nel 2022″.
“I beneficiari dell’energia gratuita – continua Sertori – sono le amministrazioni comunali interessate dalle grandi derivazioni idroelettriche. A loro spetterà individuare all’interno delle categorie di servizi e attività su base comunale l’effettiva attribuzione della fornitura gratuita dell’energia. Restano inoltre intatte le peculiarità della provincia di Sondrio per l’attribuzione sul territorio del beneficio l’Amministrazione provinciale”.
“Come comunicato ai sette enti interessati – spiega Massimo Sertori – abbiamo trasferito la quota di risorse correnti, pari a 500.000 euro per ciascuno, chiedendo invece, per le risorse per investimenti, di condividere preliminarmente le proposte progettuali che saranno poi oggetto di specifica delibera nel corso del mese di novembre”.
“Si tratta – conclude Sertori – di risorse rilevanti, cresciute rispetto all’anno scorso nonostante alcuni gestori le abbiano pagate solo parzialmente, che daranno ossigeno alle casse delle province interessate per coprire le spese di funzionamento, ma anche per sviluppare importanti progetti di investimento in accordo con la Regione”.
Le categorie alle quali i Comuni potranno riferirsi riguardano il miglioramento quali-quantitativo dei servizi pubblici (impianti ed edifici scolastici pubblici, impianti ed infrastrutture sportive di proprietà pubblica, altri impianti ed edifici pubblici, mense scolastiche, biblioteche pubbliche, illuminazione pubblica, strutture di accoglienza assistenziali convenzionate, Residenze Sanitarie Assistenziali pubbliche o private accreditate, strutture sanitarie pubbliche, servizi di carattere ambientale di interesse generale non economico per investimenti e funzionamento legati al servizio pubblico) e le famiglie residenti nel Comune beneficiario, con ISEE inferiore o uguale a 20.000 euro oppure con 3 o più figli, con ISEE inferiore o uguale a 40.000 euro.