LECCO – “Don Franco!”. Nonostante tutti lo chiamino ‘monsignore’, il prevosto di Lecco non manca mai di mettere questa sottolineatura agli interlocutori che lo appellano così. Più di un vezzo, si tratta di una testimonianza.
Chi lo conosce bene sottolinea quanto Cecchin nel profondo è – e vuole essere – un prete, con una fede solida che si porta dietro inossidabile dall’infanzia, dall’incontro con il carismatico don Primo Mazzolari, uno dei preti ribelli che raccolse da anticipatore il cambiamento sociale poi avvenuto tra gli Anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Osteggiato e confinato dalle gerarchie del clero, don Mazzolari è stato recentemente riabilitato da papa Francesco che gli ha riconosciuto la sensibilità di aver saputo leggere la direzione verso cui la società si sarebbe evoluta. Ed è don Mazzolari che permette a Cecchin, bimbo di sei anni, di accedere alla prima comunione in anticipo. “In quel momento sentii che volevo fare il prete ed essere come lui”, racconta incessantemente ‘don Franco’.
Quando arriva a Lecco, undici anni fa, ha comunque un bagaglio di sacerdote “mediatico” dopo otto anni passati all’interno del circuito Marconi, realtà editoriale che negli anni Novanta fuse due radio confessionali: NovaRadio dei Paolini e Radio A della diocesi milanese.
Alle spalle anche decenni nelle pastorali parrocchiali, dalle periferie alle zone residenziali abbienti.
Il riferimento di Cecchin è il concilio Vaticano II. “Il cristianesimo, prima di essere dottrina e insieme di norme morali, è incontro con Cristo – spiega monsignor Cecchin, aggiungendo- All’arrivo a Lecco ho trovato una città un po’ chiusa. Quindi mi sono impegnato e ho messo tanto entusiasmo, tenendo nel contempo i piedi ben saldi a terra”.
Avere concretezza significava anche completare il rinnovo dell’oratorio di san Nicolò, con una valorizzazione dell’area, al costo di quasi otto milioni di euro in dieci anni.
Una vera impresa di fronte alla crisi che stava spodestando Lecco dalla sua posizione privilegiata di zona a piena occupazione. In più ci fu una levata di scudi a livello decanale davanti al possibile progetto di centralizzare tutti gli oratori in quella che sarebbe stata la nuova struttura di san Nicolò. Il miracolo non si è compiuto e la sfida ora è in carico al suo successore monsignor Davide Milani, quando questi arriverà a settembre.
Tale aspetto sembra comparire nello sfondo delle parole di Cecchin, quando questi dice: ”Ho vissuto la crisi finanziaria e il passaggio della società dall’epoca cristiana alla post modernità, che ha rappresentato un interessante salto di qualità”.
In che modo questa discontinuità ha inciso nell’esperienza dell’attuale prevosto di Lecco?
“Il 2 febbraio scorso quando ho compiuto 75 anni, l’arcivescovo mi ha proposto di essere responsabile diocesano della Terza età. Questi passaggi hanno maturato in me una consapevolezza di un uomo interiore che deve essere e vivere in Dio Gesù, Dio amore. Mi hanno fatto venire voglia del Gesù di Dio”.
Insomma, negli anni d’argento della sua esperienza sacerdotale monsignor Cecchin sembrerebbe contento di lasciare il lato pratico e materiale delle incombenze di prevosto, per poter tornare agli aspetti più intimi e spirituali della fede.
N. A.