JOL: INAUGURATA LA MOSTRA
SULL’ACQUA IN BANGLADESH

MOSTRA GOL COE MUNARILECCO – “Jol” in Bangladesh significa acqua: sia quella che dona la vita nei mesi di siccità, sia quella che dà la morte a arrivo dei monsoni. “Jol: limpido fotoreportage sull’acqua in Bangladesh” è anche il titolo della mostra fotografica di Sara Munari, inaugurata ieri alla Galleria Melesi di Lecco, dove rimarrà fino al 20 giugno per poi muoversi in altre sedi. Il progetto è patrocinato dal COE, Associazione Centro Orientamento Educativo di Barzio, cofinanziato dal Comitato Lecchese per la pace e la Cooperazione dei popoli e realizzato con il contributo di Lario Reti Holding Spa.

Proprio il presidente di questa azienda, Vittorio Proserpio è stato il primo degli ospiti a illustrare le motivazioni dietro al progetto: “Nel lecchese abbiamo due grandi ricchezze: la prima è quella idrica, e noi forniamo a 350.000 persone acqua potabile e depurata, la seconda è quella legata alla cultura della solidarietà.” La generosità dei comuni del territorio è stata sottolineata anche da Marta Comi, presidente del Comitato Lecchese per la pace e la Cooperazione dei popoli: tanti i paesi che hanno finanziato il progetto. Pietro Mariani, responsabile COE dei progetti in Bangladesh, ha parlato invece della lotta che da 10 anni a questa parte stanno combattendo a favore degli “intoccabili”, i fuori casta considerati impuri dalla cultura induista. Il fotoreportage rientra infatti in un più ampio progetto “Tutela dell’acqua e valorizzazione delle piante medicinali locali nei villaggi rurali della zona sud-ovest del Bangladesh” che ha portato alla nascita di 60 scuole e di un ospedale dove medicina occidentale e tradizionale convivono.

MOSTRA JOL COE MUNARI (8)Prashanth Cattaneo, vicepresidente del COE, ha sottolineato l’attenzione che da sempre l’associazione dedica alle forme espressive, esprimendo grande soddisfazione nel poter veicolare un messaggio importante attraverso una forma d’arte. La giovane fotografa lecchese Sara Munari proprio per la sua professionalità, maturità legata ai numerosi viaggi, e anche passione per l’educazione. Quest’ultima ha raccontato il suo viaggio dicendo di essersi accorta solo una volta stampate le foto della predominanza del colore verde-marrone dell’acqua inquinata, anche ciò che le era sembrato bellissimo, le numerose piscine che trovano posto davanti ai villaggi, in realtà è un grave veicolo di malattie dovute al fatto che, con la stessa acqua le persone bevono, si lavano e lavano vestiti o stoviglie. Un viaggio intenso, come il ricordo della volontaria del COE a cui è dedicata la mostra: Giovanna Bonvini, instancabile viaggiatrice, spentasi recentemente all’età di 80 anni.

Chiara Vassena