“LA GUERRE EST LA GUERRE”
LA NASCITA DELLO STATO ISLAMICO
E LE RESPONSABILITÀ OCCIDENTALI

La guerra è la guerra, permetteteci di dare un titolo cinico e provocatorio a questa riflessione. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le drammatiche scene di ieri sera a Parigi, la città europea che ancora una volta paga lo scotto dello scontro tra Isis e occidente. Mentre tutto il mondo politico si unisce nel cordoglio e nella sofferenza dei francesi, una frase espressa questa mattina dal presidente transalpino Francois Hollande ha colpito la nostra attenzione: gli attacchi di ieri sera sono da considerarsi un atto di guerra compiuto dall’esercito dell’Isis. Ormai non è più un segreto: l’intero occidente è in guerra contro il sedicente Stato Islamico, ma gli attacchi di ieri non sono stati sicuramente la dichiarazione di guerra da parte dell’Isis, ma solamente una nuova azione militare di un conflitto che dura ormai da anni e del quale noi occidentali siamo stati i promotori. L’intero mondo occidentale ha enormi responsabilità nella nascita e nel rafforzamento del califfato in Medio Oriente e nell’aver favorito la loro strategia del terrore a livello internazionale.

Fonte: cnn.com

Trovare le vere e proprie radici di questo conflitto risulta estremamente complesso poiché bisogna considerare numerose variabili di carattere politico, religioso ed economico e, a seconda della variabile presa in considerazione, questa guerra a tratti invisibile e a tratti estremamente reale potrebbe avere avuto inizio in un’epoca piuttosto che in un’altra. Cercando di restringere il nostro campo di analisi e valutare le cause dell’attentato di ieri a Parigi, possiamo iniziare il nostro ragionamento da quel fatidico 11 settembre del 2001. Gli attentati terroristici a New York e Washington perpetrati dal gruppo terroristico sunnita di Al-Qaeda hanno dato vita a un nuovo modello di conflitti non convenzionali e portando nel cuore della nazione egemone a livello mondiale la più atroce delle barbarie. Anche in quel caso si trattò di un ulteriore atto di una guerra già dichiarata anni prima ma evidentemente sottovalutata e a tratti ignorata. Eppure il precedente tentativo di attacco al World Trade Center nel 1993 e gli attacchi alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania nel 1998 sarebbero dovute essere il segnale inequivocabile che una nuova minaccia incombeva a livello mondiale. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e il termine della Guerra Fredda, per il mondo occidentale un nuovo nemico si era definitivamente affacciato sul palcoscenico mondiale: il terrorismo di matrice islamica. La principale differenza con il passato, però, è che il nuovo nemico non era facilmente identificabile, non rientrava nei confini di uno o più stati e soprattutto agiva nell’ombra. Il terrorismo non ha frontiere e non indossa divise, colpisce in maniera indiscriminata in Medio Oriente come in Europa (prima in Spagna nel 2004 e poi in Gran Bretagna nel 2005).

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