Cara Lecconews,
più di qualcosa è bruciato nel Progetto Didaktico, il ristorante lecchese costola della Scuola alberghiera di Casargo.
Dai dati appena confermati dal Consiglio Provinciale il buco, in tre anni, è più grande della ciambella.
300.000 € quasi tondi.
E guardando i conti di ogni singolo anno si vede che, purtroppo, non è stato il Covid ad alterare il gusto del piatto.
Il progetto, nemmeno così tanto a fuoco lento, era destinato a fallire.
Non bastan mai gli ingredienti dell’intuizione, della volontà, dell’impegno, se manca tutto il resto. Quasi certamente i fondi e forse un progetto di conseguenza meno pasticciato.
Non lontanissimo da qui, a Robecco sul Naviglio, a Villa Terzaghi, un progetto simile, con maggiore respiro, una scuola di cucina, un laboratorio dell’innovazione, un ristorante didattico, partner istituzionali e privati di rilievo, a guida dello chef Cracco, pare essere l’esempio non seguito.
Non credendo che utilizzare studenti in una continua alternanza scuola lavoro possa aver messo in subbuglio i conti credo che il costo delle altre voci, chef, materia prime, utenze, affitto o gestione del Porticciolo, legato poi al numero di coperti da garantire, sia stata la vera causa che ha fatto impazzire la maionese del Didaktico.
Il ristorante era infatti buono ma non così buono da giustificare quei prezzi che forse non sarebbe nemmeno bastati a pieni coperti per non fare sgonfiare così rapidamente il soufflé lì cucinato.
Resta dopo il conto a carico di tutti i cittadini lecchesi e il rischio che anche il progetto della scuola di Casargo, con iscrizioni non sufficienti per l’equilibrio economico, possa avere gli stessi risultati di cottura, forte almeno come degustazione, la domanda sul nuovo menù che sta in questi giorni per essere preparato.
Come è possibile che oggi autodefinitisi “imprenditori visionari” tra cui in primis il promotore di quello appena sparecchiato, possano dare un futuro diverso a un progetto stracotto e malcucinato?
Paolo Trezzi
Lecco
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