CALOLZIO: SERATA “FOLLE”,
UOMO NUDO CORRE IN STRADA
CON UN PALLONCINO FUCSIA

CALOLZIOCORTE – Cronaca di una sera di ordinaria follia tra le strade del paese e la finestra dei social.

Nella serata di ieri, che stava procedendo in tranquillità, ho iniziato senza preavviso a ricevere una serie di notifiche sul cellulare da Facebook. Incuriosito, vista la recente apertura del mio account, apro la piattaforma e mi ritrovo sul gruppo principale dei cittadini di Calolziocorte: scandalo! I commenti parlano di un uomo nudo che sta correndo per il paese, munito solo di un singolare palloncino di colore fucsia.

Le reazioni della gente sono frammentate: tra l’imbarazzo e la curiosità, il movimento generale propende alla risata.

Il mio primo pensiero è contattare le autorità, ma non avendo materiale diretto per fornire informazioni utili, desisto e inizio a seguire la girandola del post.

I commenti più frequenti ironizzano sul malcapitato runner, dividendosi tra i sostenitori del far prendere aria alle pudende e chi lo avvisa di non prendere troppo freddo in queste serate certo non caldissime.

I cinefili azzardano addirittura la somiglianza con It, il celebre pagliaccio rapitore di bambini protagonista dell’opera del maestro dell’horror Stephen King.

Nell’ilarità generale c’è anche chi cerca di capire chi sia, chi addirittura vuole “andarlo a prendere” e chi, con un po’ di senno, richiama alla ragione e dice di contattare la polizia; gli agenti, però, non sono stati contattati tempestivamente e, da questa mattina, sono sulle tracce del singolare individuo.

Questa mattina si vedono addirittura alcuni commenti sparsi che lo danno ancora in corsa in zone parecchio distanti da quella del “primo avvistamento”. Chissà, forse si stava solo allenando per una maratona molto estrema…

Insomma, questa storia racchiude l’ordinaria follia che, dal mondo reale, si diffonde liquida e velocissima su quello dei social, finestre su una realtà alternativa; ma, e dobbiamo ricordarcene, in fondo ciò che vediamo da dietro lo schermo non è poi nemmeno così tanto irreale.

Michele Carenini