METASTASI: UN ARSENALE
PER IL CLAN TROVATO

PISTOLA criminalità organizzataLECCO – Armi. Armi da fuoco e armi da taglio per intimorire, minacciare, regolare i conti e se necessario ammazzare. La pistola di Giacomo Trovato, figlio di Mario, era nascosta nell’auto del tassista Antonello Redaelli; altre armi venivano occultate, anche sotterrate, ma tenute sempre pronte per l’uso.

Anche Ernesto Palermo, l’ex consigliere comunale di Lecco ora agli arresti, aveva il suo ferro: «Ernesto usa il cannone, te lo dico io, Ernesto a mani prendilo quando vuoi, come vuoi, ma c’ha il cannone facile Ernesto, te lo dico io fidati, fidati» si legge in una intercettazione.

E’ Daniele De Salvo su Il Giorno ad approfondire il retroscena violento del clan ‘ndranghetista lecchese. Ne sono certe le fiamme gialle del Gico – Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata – che appuntano: «Nel corso di tutta l’indagine appare chiaro che i membri della consorteria sono pronti in ogni momento all’effettuazione di atti offensivi mediante l’impiego di armi»

> Qui l’ampio articolo pubblicato nelle pagine online de Il Giorno.