‘NDRANGHETA A CALOLZIO,
TESI DI “INSUBRIA” CONFERMATE
MA CON SCONTI IN APPELLO

operazione insubria video rosLECCO – Condanne confermate in Appello ma con un leggero sconto di pena per il processo “Insubria” sulle locali della ‘ndrangheta di Calolziocorte, Fino Mornasco e Cermenate.

Come riporta Il Giorno, la seconda sezione delle Corte d’Appello di Milano, presieduta dal giudice Giovanna Ichino, ha ribadito l’impianto accusatorio nei confronti dei presunti sodali delle locali ‘ndranghetiste di Calolziocorte, Fino Mornasco e Cermenate sgominate dalla Dda di Milano nell’operazione “Insubria”, condotta dal Ros dei carabinieri. Gli inquirenti avevano anche videoregistrato un rituale di affiliazione e di “concessione delle doti” ai presunti sodali durante un pranzo tenutosi in un casolare di Castello Brianza. La Cassazione aveva rinviato la sentenza di secondo grado alla Corte d’Appello di Milano, chiedendo di riformulare il dispositivo con le attenuanti generiche.

Nel primo pomeriggio di martedì il giudice Giovanna Ichino ha letto la sentenza – che sarà depositata con le motivazioni tra 90 giorni – con pene che superano il secolo. Queste le condanne nei confronti degli imputati del clan lecchese: 8 anni e 8 mesi (contro i 9 anni e 4 mesi) per il presunto “padrino” Antonio Mercuri di Airuno, 8 anni (contro 8 anni e 8 mesi) per il suo vice, Antonino Mandaglio di Carenno (difeso dagli avvocato Nadia Invernizzi e Roberto Bardoni), mentre per Marco Condò, fratello di Antonio e Ivan, difesi dall’avvocato Pasquale Galati, la condanna è stata di 6 anni con uno sconto di 6 mesi. Rimanendo al lecchese sono stati inflitti 6 anni a Rosario Gozzo, Luca Mandaglio, Vittorio Varrone e Antonino Panuccio. Pene ridotte anche per Salvatore Pietro Valente, Bartolomeo Mandaglio, Giovanni Buttà.

Passando ai comaschi: a Michelangelo Chindamo, ritenuto alla testa della locale di Fino Mornasco, già condannato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’indagine denominata “Fiori della notte di San Vito” è stato concesso uno sconto di 6 mesi sui 7 anni e 4 mesi dell’Appello, mentre sono stati inflitti 6 anni a Pasquale Ambesi, Antonio Gentile, Giuseppe Greco, Salvatore Iacopetta, Michelangelo Larosa, Salvatore Larosa, Bruno Mercuri e Giuseppe Monteleone.