NON È UN FANTASMA, È CENSURA.
NEL TRIBUNALE LECCHESE
COPERTA L’OPERA SULLE DONNE

LECCO – Un’opera d’artista censurata? È una delle domande che si sono posti gli avvocati che frequentano il bar del tribunale di Lecco vedendo l’opera di un noto avvocato coperta da un lenzuolo. La domanda nasce da una mostra di fotografie e di sculture ospitata nei locali del bar interno, dal titolo “Donne e riciclaggio”.

Come racconta Il Giorno, il soggetto delle opere sono le donne, raffigurate plasticamente nelle fotografie, rigorosamente in bianco e nero, scattate da una donna, figlia di un avvocato lecchese. Le donne viste da una donna. Fin qui nulla di strano. Ciò che fa discutere è la seconda parte della mostra, quella costituita da sculture, realizzate dal genitore, e avvocato, con materiale di risulta. Il noto professionista, infatti, fa esclusivo uso di materiale usato per rappresentare donne particolari: sacchi di juta, canapa, tegole, tondini di ferro, lana di vetro ed altri materiali non certo nobili, si associano e formano figure che molti fanno fatica ad interpretare e comprendere.

L’opera principale è “Cambio di ruoli: la Veronica in croce”. Si tratta di una scultura che rappresenta la Veronica – la donna che ha asciugato il volto del Cristo sulla croce – ed è composta da tondino di ferro a rappresentare la croce, un coppo simboleggia il viso piegato e piangente della Veronica, la canapa i biondi capelli, il legno grezzo sono gli arti della donna e un segno distintivo della femminilità. Fino a venerdì scorso si presentava in effetti così. Da ieri invece, la scultura è coperta da un grande lenzuolo bianco, che nelle intenzioni dovrebbe nasconderne le fattezze, ma che in realtà attrae ancora di più l’attenzione degli avventori del bar.