NONSOLOMANZONI: IL POLITECNICO
E LA SCARSA ATTENZIONE DI LECCO
PER CHI CI STUDIA “FUORI SEDE”

politecnico università studenti openday (6)LECCO – Tra il solito mercatino sovrapprezzo della domenica, qualche concerto sottotono, e l’immancabile tour manzoniano, Lecco si sta dimenticando che dalla morte del Manzoni ad oggi sono passati quasi 150 anni. Anni in cui, nel frattempo, è diventata una città universitaria, sede di uno degli atenei che meglio rappresentano l’Italia in Europa.

Gli studenti fuori sede sono molti, da tutta Italia e anche da qualche angolo del mondo. Hanno lasciato casa per abbracciare il loro futuro ed hanno pian piano, negli anni, costruito una nuova famiglia qui, nella nostra città, grazie al Politecnico.

Menti brillanti che hanno deciso di proseguire i loro studi in Italia, invece di scappare all’estero come molti sono stati portati o costretti a fare. La nostra città dovrebbe essere fiera ed orgogliosa di ospitare un polo universitario di questa portata ed entusiasta della ripopolazione giovanile che questo comporta.
Troppo spesso, invece, i lecchesi ostacolano quello che dovrebbe essere il naturale sviluppo di una città che, finalmente, torna ad essere giovane.

Elisa GrassottiElisa Grassotti è stata rappresentante degli studenti dal 2015 al 2018, due anni per la sua facoltà (Ingegneria Edile Architettura) e un anno rappresentante del polo di Lecco. Originaria della provincia di Milano, ha studiato e vissuto a Lecco per più di 5 anni. “Per gli studenti fuori sede le sere della settimana sono il momento per vivere la città, per staccare dopo tante ore passate al Poli a lezione o a studiare – racconta Grassotti – ma dai residenti spesso non viene accettato che ci sia un po’ di movimento anche durante la settimana”.

Insieme agli altri rappresentanti, Elisa ha sempre cercato di organizzare serate universitarie infrasettimanali, concordando anche convenzioni nei bar per gli studenti come avviene in tutte le città Italiane (e non) che ospitano un polo universitario, grandi o piccole che siano. Ma a Lecco non è semplice. “È capitato più volte che organizzassimo serate in alcuni bar del centro, apericena che duravano fino a mezzanotte o massimo all’una – continua Elisa – ma anche quando le risposte dei commercianti erano positive, molto spesso ricevevano lamentele dai residenti vicino, che mandavano polizia e carabinieri creando una situazione scomoda al bar, che quindi preferiva spegnere la musica o non organizzare più nulla”.

Mattia FersinoLa chiusura di Lecco nei confronti dei giovani è ormai estremamente anacronistica e fossilizza la città in una situazione di perenne stallo, come sottolinea Mattia Fersino, studente del politecnico, membro del gruppo PoliLcParty ed ex rappresentante degli studenti del suo corso di studi (Ing. Produzione Industriale): “Lecco non vuole evolversi, vuole rimanere la città che è sempre stata. Non si vuole aprire nei confronti dei giovani. La comunità lecchese non è assolutamente propensa ad accettare ciò che la presenza di un polo di questa importanza comporta”.

Anche da parte del Comune i ragazzi riportano una mancanza di attenzione reale verso le necessità degli studenti: “Dal Comune non abbiamo mai visto una collaborazione o un interesse serio ad incentivare eventi universitari o a creare convenzioni per i ragazzi del Politecnico, nonostante in un modo o nell’altro facciamo girare l’economia della città,” continua Fersino. Punto dolente a proposito di questo è la questione dei parcheggi che, come ha spiegato anche Elisa Grassotti, in prossimità dell’università sono pochi e tutti a pagamento. Inoltre, i pochi vicini sono ad ore, modalità di pagamento assurda e illogica per ragazzi che stanno in università letteralmente dalla mattina alla sera.

Inoltre, il problema della mobilità per chi non viene da Milano o da Bergamo, che non facilità gli spostamenti con i mezzi pubblici, obbliga molti studenti a raggiungere l’ateneo in macchina, creando conseguentemente una grande necessità di parcheggi convenzionati con l’università. I rappresentanti degli studenti stanno lavorando da tempo con il Comune, ma ancora non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione, nonostante le possibilità ci sarebbero.

CHIESA-DELLA-VITTORIA-E-PIAZZA-MANZONI-LECCO-1940Quanto detto fin qui è perfettamente applicabile anche a tutti i giovani lecchesi, che non possono ormai nemmeno pensare, per esempio, di poter bere qualcosa in centro ascoltando la musica, perché darebbe troppo fastidio ai residenti. E si sa, il benestare della vecchia comunità lecchese viene prima di tutto. Ma se si vuole evitare che Lecco muoia insieme ai suoi vecchi abitanti, bisogna ascoltare realmente le necessità dei giovani e sfruttare la presenza del Politecnico e tutto ciò che comporta, non ostacolarla.

Il rischio è che le nuove generazioni abbandonino Lecco come già sta accadendo e, in fondo, già lo stesso Manzoni lo aveva detto: “Quanto è triste il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana“.

M.S.