PD, IL PRESIDENTE BONACCINI
A LECCO IN PUNTA DI PIEDI
MA CON IDEE SOCIALI FORTI

LECCO – Disinvolto pienamente a suo agio davanti oltre un centinaio di persone nonostante lui, presidente di Regione e presidente nazionale del PD, sia abituato a parlare a tutt’altro genere di platea, Stefano Bonaccini lo dice ai suoi, accorsi a sentirlo alla Festa dell’Unità al circolo Libero Pensiero di Lecco: “Non ha importanza se vieni applaudito da migliaia di persone entusiaste se poi non te la cavi con le alleanze e resti fuori dai giochi alle elezioni”.

E quindi inizia un appassionato excursus di visioni e proposte, passando attraverso la concretezza della sua terra, l’Emilia-Romagna.

Dal palco per quasi due ore, guadando con disinvoltura passaggi difficili da spiegare, dove sono le cifre e i dati numerici a farla da padroni. E tra gli ascoltatori neanche un’ombra di noia, nessuna pausa di attenzione neppure verso la fine. Un Bonaccini venuto tutto solo alla guida della propria Dacia da Bologna, andata e ritorno in serata, per rispettare un impegno preso a Lecco in campagna elettorale e per ringraziare per la raccolta di fondi del PD locale a favore degli alluvionati della sua regione.

Prima di arrivare alle prospettive del partito, ha descritto il proprio pensiero ancorandolo al modello Emilia-Romagna. “Quando ti eleggono non sei presidente solamente di chi sta dalla tua parte, ma anche di chi il voto non te lo darà mai” spiega. Quindi si va di concertazione e velocità su ogni situazione da affrontare – che sia il terremoto tra i più disastrosi nella storia italiana, che sia l’inondazione, il contestato rigassificatore nelle acque davanti a Ravenna o il consumo di suolo. Sul terremoto annuncia: “Quest’anno non chiederemo di prorogare lo stato di bisogno, perché in dieci anni abbiamo risistemato tutto. Grazie ai 12 miliardi di euro arrivati ed erogati, nella fascia colpita ci sono più aziende di prima. Laddove pre-sisma si produceva il 2% del PIL nazionale oggi si arriva al 2,5%, la nazione ci sta guadagnando”.

Sull’alluvione di un mese fa, Bonaccini lamenta ritardi che ascrive soprattutto al fatto che il Governo centrale non abbia ancora nominato il Commissario straordinario. “Serve per superare la burocrazia, senza l’agilità nelle autorizzazioni si rischia di allungare oltre i 10 anni ciò che si può realizzare in pochi mesi”. Adombra il sospetto che ci sia della tattica politica nell’assenza del commissario, ossia la volontà di occupare l’incarico in modo da condizionare le prossime elezioni regionali.

Parlando dell’inondazione, ha ringraziato i lecchesi per il loro impegno verso la sua gente. E ha colto l’occasione per ricordare che “Hanno risposto fin da subito le protezioni civili da tutta Italia che si sono ben integrate con il nostra organizzazione, agevolando il lavoro”.

E il PD? Cosa ne sarà del partito? In termini assoluti, ricorda il presidente, alle votazioni risulta il partito più votato. ma ciò non è abbastanza senza le alleanze. E qui la tirata di orecchie sui vizi della sinistra. “Come eleggiamo un segretario nazionale, il giorno dopo iniziano gli attacchi nei suoi confronti, non va bene”. Quindi coesione all’interno e apertura alla concertazione con le forze limitrofe: “Il Pd è nato per aggregare diverse culture. Elly Schlein ci è riuscita”. Nelle selezioni per la segreteria “Ha riaperto le porte a chi se ne era andato e a chi non ci è mai stato”.

Cosa serve allora? La ricetta Bonaccini prevede di puntare sulle tematiche trasversali, selezionandone alcune. Che lui indica nei diritti, civili (applauso non unanime del pubblico) e sociali, in primis la sanità pubblica (ovazione): “Dobbiamo curare anche chi non può permettersi la visita privata ed è costretto ad attendere un anno”. Scroscio di applausi da tutti. “Dobbiamo fare una battaglia campale sulla sanità” sottolinea. Iniziando aumentando i salari di chi ci lavora, per evitare l’emorragia di sanitari in fuga dal servizio pubblico.

Sulla Destra, Bonaccini avvisa di non sottovalutare la premier Meloni che – a suo parere- si sta muovendo bene nelle cancellerie europee. Il numero 2 del Pd mostra preoccupazione anche per il quadro generale nel vecchio continente, teme l’ondata sovranista che sta montando in giro per l’Europa, in Germania come in Francia. Se oltralpe si andasse a votare oggi, secondo i sondaggi – ricorda Bonaccini-  “vincerebbe Marie Le Pen”.

Ad accoglierlo e ascoltarlo c’erano il consigliere regionale Gian Mario Fragomenli, il segretario provinciale Manuel Tropescovino, il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, da Merate il segretario locale Pietro Radaelli con il gruppo giovani della provincia e ancora Raffaele Straniero; nutrita poi la rappresentanza periferica da Calolziocorte, Bellano, Ballabio e Valsassina.

Mancavano alcuni volti del passato lecchese del PD, perché come ha sottolineato Bonaccini “va bene aggregare il silente popolo del non voto, ma anche fare attenzione a non perdere per strada coloro che si sono impegnati nel partito”.

N.A./S.T.