PD: PROFUGHI E ACCOGLIENZA
FARE DI PIÙ DOPO L’EMERGENZA

migranti profughi lecco maggianico 2LECCO – Sono passati diversi mesi da quando l’emergenza migratoria verso l’Europa ha investito anche la nostra città: Lecco ha saputo dimostrare il suo lato migliore, quello della solidarietà e dell’accoglienza umanitaria, e parallelamente i livelli istituzionali, a cominciare dall’Amministrazione comunale, si sono attivati per gestire con celerità ed efficacia la situazione emergenziale che mai si era verificata prima a Lecco.

“Come Partito Democratico di Lecco ci siamo, fin da subito, mossi per monitorare e tenere alta l’attenzione sulla gestione dei processi d’identificazione e accoglienza – ribadisce il segretario cittadino Giovanni Fornoni – sia attraverso i nostri rappresentanti in Parlamento, che con la quotidiana attenzione e presenza dei nostri consiglieri comunali, convinti dell’obbligatorietà dell’aiuto in favore di persone che, rischiando la vita, fuggono da situazioni drammatiche sognando una nuova esistenza, per molti di loro l’unica possibile, nei paesi della UE. Tuttavia diverse sono le criticità che come Pd abbiamo rilevato in questi mesi: l’accoglienza, infatti, dopo le prime fasi, non può affrontare solo le urgenze logistico-organizzative legate alla presenza sul territorio dei migranti e tale approccio non può essere sufficiente per garantire un adeguato livello di qualità della vita alle persone ospitate e soprattutto una reale integrazione con le comunità del territorio. Da questo punto di vista è evidente che sia necessario superare, lavorando per il suo smantellamento graduale, la soluzione del campo del Bione ed evitare nuovi arrivi a Lecco dove ormai la capacità dell’accoglienza ha raggiunto il limite fisiologico”.

Oltre al superamento del campo del Bione, il Pd Città di Lecco chiede ai livelli statali (ministero dell’Interno e Prefettura) di supportare con decisione l’azione degli enti locali tesa a superare le problematicità rilevate fino a oggi attraverso:

1. una maggiore e più efficace azione di coordinamento da promuovere e supportare con le realtà di volontariato e associazionismo coinvolte nell’accoglienza nei vari territori;
2. la pianificazione dell’ospitalità attraverso un’accoglienza diffusa sul territorio, definendo un tetto percentuale rispetto al numero di abitanti di ciascun Comune, consentendo agli stessi di esprimere un parere preventivo, anche se non vincolante, sulle localizzazioni. Su questo piano è necessario perseguire con decisione la collaborazione con il Consiglio di rappresentanza dei sindaci;
3. la risoluzione della problematica dei tempi di attesa, ancora troppo lunghi, dell’iter delle pratiche di richiesta di asilo: tale problematica ha ricadute gravose anche sul piano della quotidianità delle persone ospitate, che restano inattive per mesi. Sebbene ci siano possibilità d’intraprendere azioni per favorire attività pratiche di carattere volontario per un corretto e educativo uso del tempo, questa possibilità è spesso frenata da aspetti di carattere burocratico (responsabilità legali, aspetti assicurativi ecc.) non chiari o di facile gestione per le realtà di volontariato. A questo riguardo si potrebbe fare un passo avanti prevedendo che le convenzioni con gli enti gestori comprendano, oltre a quanto già previsto, anche proposte sulla questione “dell’uso del tempo”, in raccordo con associazioni ed enti territoriali, e supportando i soggetti attuatori con un efficace supporto legale e organizzativo anche tramite accordi e protocolli operativi formalizzati;
4. la seria valutazione di un sostegno finanziario agli enti locali per la gestione delle necessarie politiche d’integrazione legate all’accoglienza profughi, evitando di “esaurire” tutti gli sforzi nella sola fase di prima accoglienza/emergenza.

“Vogliamo, in tal senso, promuovere l’intervento dei nostri Parlamentari affinché il Governo appoggi con fermezza la richiesta di destinare risorse economiche aggiuntive agli enti locali o come quota parte pro-capite di quella già destinata all’accoglienza (attualmente gestita quasi al 100% dai gestori delle strutture di accoglienza), sostenendo così anche la necessaria azione delle comunità locali che si trovano ad affrontare le criticità quotidiane dell’emergenza migratoria. Tali risorse potrebbero essere trasferite agli Enti locali dal Ministero dell’Interno tramite le Prefetture”.