POLITECNICO GREMITO PER NICOLA GRATTERI. “LA MAFIA OGGI È HIGH TECH”

LECCO – Sono servite due aule magne del Politecnico di Lecco per contenere tutti i cittadini che sabato 20 aprile hanno presenziato alla serata “Come la tecnologia sta cambiando il volto della ndrangheta”, in compagnia del procuratore di Napoli Nicola Gratteri e del docente di Storia delle Organizzazioni Criminali alla Queen’s University di Kingston, Canada, Antonio Nicaso.

L’evento, inserito nella rassegna per le scuole di Fondazione Sinderesi sull’educazione civica che ha coinvolto oltre 800 ragazzi, è stato introdotto proprio da due giovani studenti, Elisa Perego e Gioele Colombo, che hanno presentato il percorso finora svolto fra laboratori ed incontri.

Il moderatore Gerolamo Fazzini, giornalista e docente, ha poi presentato il libro “Il Grifone”, l’ultima opera scritta a quattro mani da Gratteri e Nicaso, che presenta inchieste recenti in cui la criminalità organizzata ha dimostrato di saper utilizzare purtroppo sempre meglio gli strumenti tecnologici più avanzati.

Fazzini, che ha ricordato che “la Lombardia è la seconda piazza per movimento economico della ndrangheta in Italia“, ha sottolineato, citando le parole di Gratteri, che “la criminalità organizzata è diventata una holding high tech e dobbiamo cambiare l’immaginario di una mafia vecchio stampo che non utilizza la tecnologia”.

Gratteri ha fatto eco ricordando che prima di fine ottobre 2023, mentre era ancora procuratore di Reggio Calabria, due suoi colleghi hanno scoperto un hacker tedesco e due rumeni al soldo di una famiglia “di serie B” che hanno movimentato in 20 minuti 5 milioni di euro da tre banche in tre continenti, tutto ciò rimanendo nel crotonese; da lì è partita una grande operazione che ha permesso di incamerare 280 milioni di euro in bitcoin, “in una sola operazione una cifra maggiore del costo annuale delle intercettazioni, 170 milioni di euro“.

Critico sulla presa di posizione dell’attuale governo sulle intercettazioni, Gratteri ne ha difesa l’utilità anche nelle situazioni private, perché “proprio in quelle c’è la possibilità che avvenga un contatto tra un criminale e un incensurato, una richiesta d’incontro o una piccola cosa che però è assolutamente utile per le indagini”. La questione vale anche per “le intercettazioni a certa pubblica amministrazione, collusa con la politica corrotta e di conseguenza con la ndrangheta, che è riuscita ad infiltrarsi nella politica anche tramite la massoneria deviata”.

Gratteri e Nicaso hanno rimarcato l’importanza del dark web e del mining dei bitcoin, l’estrazione di moneta digitale con computer particolarmente performanti, per la ndrangheta; Nicaso ha ricordato che “la ndrangheta si evolve insieme al contesto sociale e i vecchi capi, solitamente con la licenza media, hanno potuto restare in piedi creando legami: come nella storia di Franco Coco Trovato a Lecco, insignito di onoreficenze mentre controllava lo spaccio di eroina”.

Collegandosi al tema delle intercettazioni, Gratteri denuncia una mancanza cronica di fondi e personale per le forze dell’ordine come tecnici informatici, per cui “la lotta alla criminalità, per la quale fino al 2010 circa abbiamo sempre dato noi le carte ed insegnato agli altri paesi, ora è in mano ad esempio all’Olanda, e gli stati ci inviano decine di migliaia di conversazioni criptate da decriptare, lasciandoci in secondo piano”.

Nicaso ha poi parlato di droga, soprattutto del Fentanyl, nuova sostanza sintetica che nel nord America è ormai una piaga sociale: “Questa droga sintetica in forma di pastiglia, che ha un costo di produzione e di vendita minore e un effetto più potente ma più breve, rende i giovani come zombie, che vagano senza meta e completamente annebbiati. Importata dalla Cina in accordo tra mafie cinesi e messicane, sta uccidendo moltissimi giovani, mentre le mafie, intercettate, hanno detto di star “cercando ancora il dosaggio giusto”, per vendere ancora di più”. Le mafie “utilizzano anche i drug designers, scienziati che cambiano la struttura molecolare delle droghe facendole passare come prodotti commercializzabili fin quando non vengono sequestrati e analizzati”.

Gratteri e Nicaso hanno concluso l’incontro parlando delle prossime sfide che la lotta alla criminalità dovrà affrontare: lo smodato sviluppo tecnologico di armi e mezzi come i droni negli attuali scenari di guerra, il dark web come principale fonte di armi e droga per i trafficanti, il metaverso che potrà permettere ai mafiosi di nascondersi dietro a un avatar.

La serata si è conclusa con alcune domande dal pubblico e il firmacopie del libro “Il Grifone”, con un ringraziamento particolare da parte del vicepresidente di Fondazione Sinderesi alla scorta di Gratteri.

Michele Carenini