LECCO – Le variazioni dei prezzi a Lecco: leggera ripresa della variazione annuale (+1,9%) e rallentamento della diminuzione a livello mensile (-0,3%).
La variazione mensile dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) al lordo dei tabacchi, risulta negativa per 3 decimi di punto in netta ripresa rispetto al mese precedente (-0,8%) e causata dal calo degli alimentari lavorati e dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti.
Il dato registrato a ottobre è riconducibile, invece alla crescita dei beni energetici regolamentati e non regolamentati.
Passa dal + 1,7% del mese di settembre al +1,9% del mese in esame la variazione annuale che rimane ancora inferiore al dato registrato nel corso dei mesi estivi quando la stessa si attestava al +2,2%.
A livello nazionale è nulla la variazione mensile e pari al +1,6% quella annuale.
L’indice locale (base 2015=100) si attesta a 102,1 e indica che in quasi 3 anni l’aumento dei prezzi al consumo è stato di poco più di 2 punti percentuali. A livello nazionale lo stesso indicatore si attesta a 102,6 quindi con un differenziale di oltre mezzo punto in più rispetto al dato locale. Nel mese di luglio il differenziale risultava nullo e entrambi gli indici si attestavano al 102,7.
Di segno e andamento opposto le variazioni della Componente di fondo, cioè l’indice generale al netto degli energetici e alimentari freschi (core inflation); la variazione mensile è pari a -0,6% e quella annuale a + 1,4%. Anche a livello nazionale si riscontrano gli stessi segni, ma le variazioni sono più contenute (-0,3% e +0,8% rispettivamente).
Analisi delle variazioni per divisione di spesa:
- la divisione con la maggiore variazione mensile in aumento è abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,4%) la cui crescita è dovuta all’aumento dell’energia elettrica del gas di rete per uso domestico (le cui variazioni mensili sono addirittura di oltre 6 punti percentuali) e del gasolio per riscaldamento (la cui variazione su settembre è di poco più di 2 punti);
- la divisione con la contrazione maggiore è Servizi ricettivi e di ristorazione (-2,4%) dove si evidenzia una forte contrazione della camera di albergo (- 9,6%) e di tutti i servizi di alloggio in genere, legati comunque al carattere stagionale del servizio stesso.
- l’aumento maggiore a livello annuale si evidenzia nella divisione Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,1%) dove la componente energia registra una variazione dell’8,4%;
- in diminuzione di 6 punti (la più alta variazione annuale) è la divisione comunicazione che è sempre stata in diminuzione nel corso del 2018.
Analisi delle variazioni per tipologia di prodotto:
Beni (+0,5% e +1,5% rispettivamente variazione mensile e annuale)
- la variazione mensile più consistente è quella dei beni energetici (+3,6%). Quasi nulle le variazioni delle altre tipologie (alimentari -0,2%; Altri beni -0,1% e tabacchi variazione nulla)
- le variazioni annuali confermano l’andamento dell’ultimo anno registrato dai Beni energetici che risultano i più inflattivi con una variazione del +10,3%; variazione annuale di segno più anche per i tabacchi (+2,9%).
Servizi (-1% e +2,5% rispettivamente variazione mensile e annuale)
- si riduce la contrazione dei prezzi rispetto al mese precedente (a settembre -1,3%). In particolare in questi due mesi si registra la riduzione di prezzi dei servizi ricettivi e di trasporto, prodotti che registrano variazioni in aumento durante il periodo estivo dato il carattere stagionale;
- a livello annuale l’aumento torna ad essere superiore ai 2 punti percentuali ed è molto distante dallo stesso dato del mese di ottobre 2017 (-0,2%).
Il differenziale inflazionistico tra le due tipologie di prodotti (beni e servizi) è pari ad un punto.
Analisi delle variazioni per frequenza d’acquisto dei prodotti:
- l’unica variazione mensile di segno più è quella registrata dai prodotti ad alta frequenza d’acquisto (+0,1%) vale a dire quella imputabile all’acquisto dei generi alimentari, dei tabacchi, ai beni non durevoli per la casa e agli affitti, ai trasporti urbani. Nei mesi precedenti la variazione è stata nulla o addirittura negativa.
La maggiore contrazione congiunturale è registrata dai prodotti a media frequenza di acquisto (rispondono a questa classificazione le spese per abbigliamento, le tariffe, i medicinali, i trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei, i servizi ricreativi,…) - la tipologia più inflazionistica è quella dei beni a media frequenza di acquisto (+2,3%) seguono quelli a bassa frequenza e in ultimo quelli ad alta frequenza (+1,7 % e 1,6% rispettivamente).