PROCESSO GILARDI, 634MILA €
PRESTATI E MAI PIÙ RIVISTI.
IL GEOMETRA DI FAMIGLIA
RICOSTRUISCE IL LIBRO MASTRO

LECCO – I cinque extracomunitari che vivevano nella casa di Carlo Gilardi ad Airuno hanno ricevuto dall’ex professore, oggi ospite dalla Rsa Airoldi e Muzzi di Lecco, più di 634mila euro. È quanto emerso dalla deposizione del teste di parte civile, Roberto Bonfanti, il geometra che da più di mezzo secolo segue la famiglia Gilardi per quanto concerne la gestione degli immobili.

Il professionista è stato sentito oggi davanti al giudice Giulia Barazzetta e svelato i contenuti del “libro mastro”, sul quale l’ex docente teneva i soldi che aveva prestato a persone del paese e ai cinque extracomunitari, Abdelmalak Rougui, 40 anni, marocchino; Hichem Horroun, 45 anni, algerino; Khalifa Mejbri, 40 anni, tunisino; Nedal Abushunar, 49 anni, israeliano d’origine e Abdellatif Ben Mustapha Hamrouni, 53 anni, tunisino. La cifra maggiore sarebbe poi stata data al suo badante, Brahim El Mazoury, per un valore superiore ai 57mila euro.  Queste cifre, secondo quanto ricostruito in aula dal teste, non sarebbero mai state restituite.

Il libro, che era custodito nell’abitazione di via Pizzagalli Magno ad Airuno, sarebbe sparito ma il professionista chiamato a testimoniare ha raccontato una serie di dettagli sul “libro mastro”, riconducibile anche ai prelievi che di volta in volta Carlo Gilardi ha effettuato per la donazione ai suoi ospiti, e su altri episodi, tra cui un presunto litigo avvenuto nei prati della località Cerè di Airuno dove i cinque extracomunitari l’avrebbero minacciato per avere altri soldi e le condizioni in cui dormiva nell’abitazione di via Piazzagalli Magno (vicino a una porcilaia ndr), mentre i cinque ospiti erano in una stanza confortevole e in letti che il Gilardi aveva messo loro a disposizione.

La vicenda è nata dalla denuncia della sorella dell’ex professore, Giuseppina Gilardi, che nel 2016 visti i continui prestiti di denaro ha invitato il fratello a fermarsi e chiesto l’intervento dei carabinieri. La risposta dell’ex docente è stata: “Voglio aiutare queste persone povere, i soldi mi saranno ridati”. Invece il rientro dai prestiti non è mai avvenuto e, con l’intervento dell’amministratore di sostegno Elena Barra, parte civile nel processo, sono stati denunciati per circonvenzione di incapace e ora sono a processo. Il giudice ha aggiornato il processo all’autunno, per sentire gli imputati.

Angelo Panzeri