BIONE/LA DELIBERA “SALVA”
DAVVERO IL CENTRO SPORTIVO?

centro-sportivo-bione-cartelloLECCO – Gentile redazione, il centro sportivo “Al Bione” non chiude, è salvo, tanto che il sindaco di Lecco Virginio Brivio ha parlato di “epilogo favorevole”, “prima soluzione”, “strada tracciata”. D’accordo, il testo dell’accordo con la società Sport Management (il “gestore” più volte prorogato, anche in maniera illegittima secondo l’avvocatura dello stesso Comune di Lecco) non è pubblico, ma tant’è.
 
Qual è il documento che avrebbe tracciato la “strada”? Una delibera di Giunta approvata all’unanimità il 26 gennaio (la n.22). È quella a fare testo, non le note diramate dall’ufficio stampa del Comune di Lecco. E a quella vorremmo rimandare cittadini, utenti del centro, interessati. È la triste conferma che tra le parole, i comunicati, gli annunci e il contenuto dei documenti e degli atti c’è una distanza enorme.
 
Punto 1 della “Decisione” (è pubblicata in Albo pretorio): “Nell’immediato sia prioritariamente data prosecuzione al procedimento avviato di recente, anche con l’ausilio della Prefettura di Lecco, e volto ad ottenere l’emanazione o l’adeguamento, da parte degli organi interni ed esterni all’Amministrazione, dei provvedimenti positivi in ordine all’agibilità complessiva e all’uso dei locali e degli impianti del Centro sportivo medesimo, secondo le normative inerenti le attività e i locali di pubblico spettacolo, compresa la materia inerente la certificazione per la prevenzione degli incendi”. Dunque: c’è un “Procedimento avviato” -genericamente “di recente”- che punterebbe ad ottenere “provvedimenti positivi” in tema di “agibilità” del centro. E quando sarebbe stato “avviato” questo “procedimento”? Prima, durante, dopo, in anticipo, a un certo punto, tardi, all’ultimo, rispetto a un contratto che è scaduto (proroga inclusa) il 30 aprile 2016? Non si sa.
 
Purtroppo, quell’opportuna e tutt’altro che casuale espressione “di recente” impedisce di avere un’idea dei riflessi dell’amministrazione comunale. Cioè non è possibile sapere quando il Comune si è preoccupato delle condizioni (quantomeno formali) della sicurezza della struttura. Ci sembra un aspetto dirimente, specialmente in prospettiva.
 
Al punto 2 troviamo poi la contraddizione plastica dei cori festanti: “Una volta ottenuti i provvedimenti di cui al precedente punto 1, la gestione in concessione del Centro potrà essere garantita attraverso un differimento al 31 agosto 2017”. Fermi: quindi la prosecuzione della gestione è vincolata (e per fortuna, dopo anni di distrazione) all’ottenimento dei provvedimenti del punto 1? Quelli che si sta cercando di ottenere da tempo imprecisato (o meglio, “di recente”)? Quindi, stando alla delibera, “niente provvedimenti, niente differimento”.
 
Eppure il cuore del “salvataggio” dichiarato pubblicamente dovrebbe essere proprio il conquistato “differimento”. Che invece la delibera prima tratta come condizionato (senza i provvedimenti, niente continuazione) ma poi “riconosce” come fosse già acquisito. Lo si apprende dal capitolo “Motivazione” dell’atto di Giunta: “Il rapporto contrattuale, in forza di un provvedimento dirigenziale di proroga, è proseguito oltre i sei mesi di proroga ipotizzati originariamente e fino al 31 dicembre 2016. Nella fase successiva la gestione del Centro è proseguita di fatto essendo scaduto l’originario titolo giuridico e continua ad essere svolta dalla medesima società originaria concessionaria”. In forza di che cosa? Non si sa: la sostanza scavalca la forma, ancora una volta.
 
Ma c’è un altro passaggio interessante della delibera che merita attenzione: “Già dall’inizio della concessione -scrive la Giunta-, era emersa l’assenza di alcuni formali provvedimenti autorizzativi sotto il profilo della sicurezza dei locali e degli impianti, dell’agibilità dei locali e della certificazione ai fini della prevenzione degli incendi. Una situazione, questa, che il concessionario aveva in più occasioni eccepito nei confronti dell’Amministrazione comunale e che non ha fino ad ora trovato soluzione”. Tradotto: già dal 2007 (da dieci anni) si sapeva che al Bione mancavano “provvedimenti” relativi alla sicurezza, anche in tema di incendi. Però. Il “gestore” -la veronese Sport Management- ha segnalato inoltre la cosa “in più occasioni”. E, paradosso dei paradossi, questa delibera, quella che dovrebbe sancire la risoluzione del problema stando ai comunicati stampa, certifica che la grana “non ha fino ad ora trovato soluzione”. E allora a che serve questa delibera?

Qui Lecco Libera