INDAGINE “EXCELSIOR”: A LECCO
SI ASSUME E SI LICENZIA
MENO CHE IN LOMBARDIA

LECCO – Dopo i dati incerti della congiuntura del 2° trimestre 2014, anche quelli che emergono dalla XVII edizione dell’Indagine Excelsior – realizzata da Unioncamere Nazionale e dalle Camere di Commercio italiane in collaborazione con il Ministero del Lavoro – mostrano un andamento in chiaroscuro della situazione occupazionale della nostra provincia. Diminuiscono rispetto al 2013 le previsioni di assunzione delle imprese locali (da 2.660 a 2.500 unità, -160 persone: Lecco -6%, contro il +5,6% lombardo e il +8,9% nazionale)[1]. Diminuiscono anche i licenziamenti previsti dalle aziende lecchesi  (da 3.380 a 3.180, -200 unità: Lecco -5,9% contro il -1,6% lombardo e il -12,9% nazionale). Lecco  evidenzia un tasso di uscita [2] nettamente più basso di quello regionale e dell’intero Paese (4,2% contro il 5% lombardo e il 6,9% nazionale), ma anche il tasso di entrata [3] è inferiore (3,3% contro il 4% della regione e il 5,4% dell’Italia): purtroppo è il più basso tra i territori lombardi.

ValassiElementi che ci impongono una riflessione rigorosa sulle azioni da porre in essere per contrastare questi fattori di criticità” – sono parole del presidente dell’Ente camerale Vico Valassi, il quale tuttavia evidenzia che “la percentuale delle imprese lecchesi che intendono avvalersi di nuovo personale nel corso del 2014 rimane stabile (è il 14,2% del totale intervistato). Tale quota è superiore a quella regionale (13,2%) e nazionale (13,9%)”, commenta ancora Valassi. “Inoltre le nostre aziende innovative e/o esportatrici sono ancor più orientate a effettuare nuove assunzioni: quasi il 25% di queste prevede di rafforzare il proprio organico nel 2014, per un totale di 850 nuovi contratti attivati. Viceversa, il dato delle aziende che non innovano e non esportano si attesta intorno al 10%. Dunque bisogna investire ancora di più e meglio su formazione, innovazione, ricerca e internazionalizzazione, sollecitando anche nuovi modelli organizzativi di impresa come quello del contratto di rete”.

“A inizio luglio 2014” – prosegue Valassi – “i contratti di rete sottoscritti da aziende lecchesi erano 49 e le ditte coinvolte ben 114, ovvero oltre 4 ogni 1.000 iscritte nel nostro Registro Imprese. Una percentuale ben  superiore alla media lombarda (2 su mille) e a quella nazionale (1,5 su mille), con un trend in forte crescita: Lecco +19,5% il numero dei contratti e + 42,5% le imprese coinvolte rispetto a novembre 2013. La nostra provincia si posiziona dunque al primo posto – per quota di aziende – nella regione leader con riferimento alle imprese che hanno sottoscritto contratti di rete: la Lombardia ne conta ben 1.900 (il 23,2% del totale nazionale).

“Quello della ‘rete’ è un modello culturale e organizzativo innovativo: le dinamiche di produzione e di crescita esprimono nuovi modi di pensare e di ‘saper fare’: penso ai ‘fab lab’, alle start-up     (9 quelle iscritte alla sezione speciale del Registro lecchese), ma anche a molte realtà artigiane che esprimono livelli tecnologici avanzatissimi, dove anche le produzioni tradizionali, se supportate da processi di ricerca e innovazione, qualificano e danno valore aggiunto al prodotto”, puntualizza il presidente Valassi.              

“La combinazione virtuosa tra formazione, ricerca e laboratori di sperimentazione aperti alle imprese – che qui a Lecco è una realtà grazie alla presenza del Campus del Politecnico, che è un ‘unicum’ anche a livello nazionale – deve diventare un comportamento spontaneo. Su questo modello dobbiamo ancora investire molto come sistema locale per creare crescita economica, leadership tecnologica, sviluppo sociale”.  Valassi conclude: “L’impegno è anche quello di divulgare questa realtà con le sue potenzialità perché – come è emerso anche dalla recente indagine realizzata dalla Camera con ISPO Ricerche – è importante comunicare che cos’è il Campus, che cosa le aziende vi possono realizzare, come è possibile investire sui percorsi formativi, inclusi quelli professionali. Credo che anche il recente provvedimento della Regione Lombardia in tema di ‘Programma Operativo Regionale 2014-2020’ cofinanziato con il Fondo Sociale Europeo (FSE) vada assolutamente considerato e reso concreto, in quanto l’obiettivo prioritario è quello degli ‘Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione’”.

Tornando ai dati dell’indagine Excelsior, rimane ancora negativo il saldo tra entrate e uscite previste (-690 unità a Lecco, -25.720 in Lombardia e -172.430 in Italia), ma si evidenzia un miglioramento generalizzato rispetto al dato 2013 (che era pari a -720 a Lecco, -33.220 in Lombardia e -245.660 unità in Italia).

A Lecco crescono di 50 unità le assunzioni stagionali previste (da 500 a 550, il valore più alto dell’ultimo quinquennio: +10%, contro il +23,5% regionale e il +16,4% nazionale), mentre diminuiscono quelle non stagionali (1.950 unità, -9,7%, contro il +1% della Lombardia e il +4,8% dell’Italia.

Ecco quanto emerge analizzando nel dettaglio le tipologie delle assunzioni previste[4]:

–        con riferimento alla forma contrattuale calano le assunzioni a tempo indeterminato               (-40%, ovvero -350 unità) e la loro quota percentuale scende dal 33,1% al 21,2% del totale delle assunzioni. Le aziende lecchesi fanno ricorso a personale “stabile” in misura inferiore a quelle italiane (23,8%) e, soprattutto, lombarde (31,6%). Viceversa, salgono il numero e la quota percentuale delle assunzioni a tempo determinato (da 1.030 a 1.280, +250 unità). Queste ultime sono il 50,7% delle assunzioni totali previste nel 2014, contro il 30,7% dello scorso anno;

–        nella nostra provincia i profili maggiormente richiesti sono quelli dei conduttori di impianti (19% delle assunzioni totali previste dalle aziende lecchesi, contro il 7,3% lombardo e l’8,9% italiano) e degli operai specializzati (17,4%, contro l’11,8% della Lombardia e il 16% dell’Italia). Per queste figure il numero delle assunzioni è in crescita rispetto allo scorso anno: per gli operai specializzati Lecco +30,8%, Lombardia +5,5%; Italia +7,8%; per i conduttori di impianti Lecco +23,3%; Lombardia -7,8%; Italia +2,4%. Anche le professioni intellettuali-scientifiche hanno un trend in crescita: Lecco +15,4%; Lombardia +15,1%; Italia +16,8%. Da segnalare il notevole calo degli impiegati, con assunzioni dimezzate nella nostra provincia (da 490 a 240 unità), diminuzioni del 3,3% in Lombardia e del 7,6% in Italia;

–        la percentuale di laureati richiesti dalle imprese lecchesi passa dall’8,1% del 2011 al 16,4% di quest’anno. Tale quota è superiore alla media nazionale (15,9%), ma è ancora inferiore a quella regionale (23,2%). La quota dei diplomati (44,6% contro il 44,7% regionale e il 43,9% nazionale) è in calo di circa 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno, mentre quella dei “qualificati” (diploma di 3 anni) è più che raddoppiata (dal 6,5% al 13,3%, 9,2% in Lombardia e 11,7% in Italia;

–        solo nel comparto industria-costruzioni si evidenzia una crescita delle assunzioni previste dalle imprese lecchesi (+3,9% contro il +0,3% regionale e il +6,1% nazionale), mentre calano di 60 unità ciascuno le assunzioni programmate nel turismo e nei servizi, e di 80 quelle nel commercio (turismo -16,7%, servizi -7,1%, commercio -18,6%;

–        calano di 120 unità le assunzioni di donne (da 420 a 300, -28,6%, contro il -15,7% lombardo e il -10,1% nazionale): rappresentano il 15,3% del totale entrate previste (a fronte del 16,7% nazionale e del 16,1% lombardo). Viceversa, raggiungono il livello più alto dell’ultimo quinquennio le assunzioni di maschi (710 in tutto, +6%, contro il -8,7% della Lombardia e il   -1,7% dell’Italia). Mentre in Italia e in Lombardia aumenta il numero delle assunzioni per cui il genere non è rilevante a giudizio dell’impresa, a Lecco si evidenzia un calo di 120 unità (da 1.070 a 950).



[1] N.B. Il dato non comprende le assunzioni previste dalle imprese relative ai collaboratori a progetto; si riferisce, pertanto, esclusivamente alle assunzioni non stagionali e stagionali.

[2] Corrisponde al numero di cessazioni previste ogni 100 dipendenti presenti in azienda al 31/12/2012.

[3] Corrisponde al numero di iscrizioni previste ogni 100 dipendenti presenti in azienda al 31/12/2012.

[4] N.B.: Solo il dato relativo alla forma contrattuale comprende anche i collaboratori a progetto e le assunzioni stagionali. Tutte le altre analisi si riferiscono alle assunzioni non stagionali.