RIMBORSOPOLI/LA CORTE DEI CONTI RIGETTA L’ISTANZA DI GALLI:
BOSSI E GLI ALTRI NON C’ENTRANO

GALLI STEFANOMILANO – Depositate dalla Corte dei Conti le motivazioni del proprio giudizio sulle azioni dell’ex capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale Stefano Galli e dell’attuale vicepresidente dello stesso consiglio, Fabrizio Cecchetti. La vicenda è quella dei famosi “rimborsi pazzi” delle spese degli amministratori regionali.

La novità interessante che riguarda il lecchese Galli è data dal rigetto da parte della magistratura contabile della chiamata di correo avanzata da quest’ultimo per i vertici del movimento padano, Bossi in testa: la Corte dei Conti nel respingere la richiesta di Galli definisce “infondata la richiesta di integrazione del contraddittorio nei confronti di Umberto Bossi, Roberto Maroni, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti che avrebbero sempre dato direttive ed “ordini” ai gruppi regionali della Lega ritenuti costituenti longa manus dei partiti politici, secondo la tesi della difesa del Galli, anche sulla allocazione dei fondi a disposizione del gruppo per le sue spese e su come comportarsi con riguardo alle spese rimborsabili ai singoli consiglieri”. Secondo i giudici infatti sarebbero state accertate le responsabilità erariali “a titolo di colpa grave” di numerosi consiglieri regionali autori di spese assolutamente estranee al loro mandato. E nelle motivazioni salta fuori anche un pesantissimo giudizio sul “fallimento etico della politica nel rivendicare come leciti rimborsi spese non consentiti e, dall’altro, il fallimento dell’apparato amministrativo che ha avallato, senza doverosi riscontri, la pertinenza delle spese”.

Ma accanto alla parte erariale della vicenda rimane aperta l’accusa per Galli da parte della Procura che gli contesta fra l’altro di avere inserito tra i rimborsi della Regione seimila euro destinati al matrimonio della figlia del politico lecchese.