SULLA FOMAS NAVA DEFINISCE “ARRETRATA” PARTE DEL SINDACATO

MILANO – Sul caso della Fomas di Osnago, condannata per comportamento antisindacale rispetto all’Unione sindacale di base, il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione di Regione Lombardia Daniele Nava non fa sconti: “C’è da rimanere sconcertati e mortificati nel vedere come, in un territorio produttivo come il nostro, a un’azienda come la Fomas che tiene il mercato, che si espande (è una delle 24 imprese   lecchesi presenti in Cina) e che lo fa in un momento economicamente davvero difficile accade di tutto dal punto di vista del diritto del lavoro, con il risultato che le realtà migliori vengono incentivate sì, ma a scappare dall’Italia!”.

Nava puntualizza: “Da una parte come Regione Lombardia – in particolare con l’assessore Mario Melazzini e la legge sulla competitività – andiamo verso le aziende. Dall’altro lato, da parte di un certo tipo di sindacato ancorato a vecchie logiche, riscontriamo pratiche vetuste che diventano poi sentenze, come nel caso accaduto alla Fomas, pratiche che azzoppano e mortificano il tessuto produttivo”.

Secondo il sottosegretario Nava, che è anche imprenditore, “siamo rimasti agli anni Settanta per quel che riguarda certi atteggiamenti sindacali e il diritto del lavoro”.

Amara la sua conclusione: “La maggior parte delle volte chi si esercita in queste pratiche che vanno a intralciare le imprese sono poi gli stessi che si lamentano per la mancanza di lavoro”. E conclude lanciando un allarme: “Serve un cambio di rotta totale dal punto di vista dell’ambito giuridico o rischiamo di affossare tante realtà eccellenti come Fomas. Serve una riforma della rappresentatività sindacale e del lavoro, altrimenti siamo destinati al declino”.