TASSA PROVINCIALE SULLE INSEGNE: IL COMMERCIO PROTESTA. IL CASO-ISIMBALDI

LECCO – Il “canone non ricognitorio” continua a far discutere e a suscitare proteste. Dopo la dura presa di posizione assunta a inizio mese dalla Confcommercio Lecco contro questa tassa relativa a cartelli pubblicitari, insegne e tubature posti lungo le strade provinciale del territorio, sono diversi i commercianti che hanno alzato la voce per farsi sentire e protestare contro la Provincia che ha affidato gli accertamenti alla società Areariscossioni di Mondovì (la quale ha inviato numerosi avvisi di pagamento che riguardano il 2013 ma anche, con effetto retroattivo 2011 e 2012). E c’è chi pensa a una mobilitazione e ad azioni clamorose davanti agli uffici di Villa Locatelli.

isimbaldiUn caso emblematico arriva da Giuliano Isimbaldi [foto a destra], socio del ristorante La Tavernetta di Mandello, il quale ricevuta a metà maggio la cartella con i pagamenti… ha deciso di non subire passivamente e di far sentire le proprie ragioni: “Innanzitutto contesto la decisione di fare pagare questa tassa. E mi chiedo: quante altre Amministrazioni provinciali hanno preso questa decisione? A che cosa servono questi soldi? Come si fa a pensare di mettere le mani nelle tasche di chi ha un un’impresa e dà lavoro proprio oggi in piena crisi? E’ una cosa inaccettabile: anche se i termini di pagamento erano entro il 31 maggio ho deciso di non pagare! E non ho alcuna intenzione di farlo nemmeno in  futuro”.

E continua: “C’è anche un problema di interlocutori. A chi devo chiedere per capire se i conti che mi vengono sottoposti sono giusti? A me hanno fatto pagare la veranda abbinata al ristorante, che comunque insiste su un terreno privato, imputandomi in costo di 20 euro al mq per 62 mq! Ho chiesto agli uffici provinciali ma non mi sanno dare risposte e anzi mi hanno detto che non sono a conoscenza delle motivazioni. Ho contattato anche Areariscossioni ma anche lì niente”.

Poi conclude con un invito: “Sono arrabbiato ma non mi arrendo. E mi piacerebbe che altri commercianti si unissero per una protesta ancora più incisiva: la tassa è assurda, così come è assurda la mancanza di spiegazioni. I negozianti devono fare sentire la loro voce”.