VIRGO FIDELIS, CARABINIERI
IN FESTA. “SIAMO PUNTI
DI RIFERIMENTO PER TUTTI”

DSC_0705 - 2CALOLZIOCORTE – I carabinieri di Lecco festeggiano la Virgo Fidelis. Di seguito il discorso completo del comandante provinciale Rocco Italiano.

“Quest’oggi mi accingo, a nome di tutti i carabinieri del Comando provinciale di Lecco e con profonda commozione, a ricordare la Virgo Fidelis, in questo magnifico santuario che così perfettamente si concilia con la solennità della celeste patrona dell’Arma.

Un riconoscente ringraziamento rivolgo al sottotenente Giuseppe Faccinetto, medaglia d’argento al valor militare, straordinario esempio di sacrificio e dedizione al servizio.

Eccellenza, signor sindaco, gentili autorità, signori ospiti, cittadini tutti, grazie ancora una volta per aver voluto stringersi attorno all’Arma nel giorno della nostra patrona, Maria Virgo Fidelis, nel 73° anniversario della battaglia di Culqualber e della giornata dell’orfano.

Un ringraziamento speciale indirizzo ai signori sindaci, a partire da quello della sede, per finire a quello della comunità più piccola ed isolata. a tutti loro va la mia riconoscenza.

Un grazie commosso alle associazioni combattentistiche e d’arma ed in particolare alle numerose rappresentanze dell’associazione nazionale carabinieri della giurisdizione.

Un deferente pensiero ed una carezza di riconoscenza alle vedove, agli orfani ed ai familiari dei nostri caduti che rappresentano idealmente, con coraggio e dignità, tutte le nostre famiglie, che con noi condividono la difficile ma esaltante vita che abbiamo scelto.

Oggi a Calolziocorte l’Arma festeggia la sua patrona in una cittadina scossa dalle recenti vicende giudiziarie. la nostra massiccia presenza ha voluto ribadire, qualora ve ne fosse bisogno, la supremazia dello stato sulla criminalità organizzata e su ogni forma di malaffare. della ‘ndrangheta non si può e non si deve avere paura. Siamo certamente consapevoli della pericolosità della criminalità organizzata e della sua capacita’ di infiltrazione, ma siamo altrettanto coscienti che solo ponendosi al fianco dello stato, solo confidando nella efficienza della magistratura e delle forze dell’ordine la battaglia è vinta. E l’operazione “Insubria” ne è certamente una convincente dimostrazione.

Consentitemi ora, specie nell’anno del bicentenario, di dedicare il giusto spazio ai carabinieri in servizio, ai tanti carabinieri qui presenti, a quelli del comando che ho il privilegio di dirigere.

Il carabiniere è un uomo che crede, e chi crede è sempre pronto a spendere in un attimo tutto il suo vissuto.

L’Arma si fonda sull’esperienza del personale servizio, che ciascuno di noi sta rendendo o ha reso alla patria e ai suoi fondamentali valori.

Nulla unisce più che il condividere la passione per i medesimi ideali. e i carabinieri sono ben noti per la loro dedizione fino al sacrificio di sé per il bene comune.

ROCCO ITALIANOConosciamo per personale esperienza quale importanza rivesta, nell’adempimento dei nostri compiti, il senso del dovere e della solidarietà verso tutti i cittadini. abbiamo imparato ad accettare il nostro posto di servitori dello stato e, allo stesso tempo, di responsabili dell’ordine pubblico. siamo stati e siamo gli uomini dell’impegno quotidiano, svolto con coraggio.

Anche nei momenti più ardui e delicati la virtù fondamentale che ogni carabiniere s’impegna a vivere col solenne giuramento all’inizio del suo servizio è proprio la fedeltà.

L’odierno incontro costituisce per noi un’opportuna circostanza per rinnovare tale impegno.

Possa l’amore per il nostro lavoro renderci pieni di coraggio e ci spinga a dare il nostro contributo per costruire una società ispirata al pieno rispetto dei diritti umani e alla solidale fraternità.

Le difficoltà incontrate non distolgano il nostro sguardo dai grandi ideali ai quali abbiamo votato la nostra esistenza.

Celebrare questa ricorrenza significa ripercorrere due secoli della storia d’italia, tanto è forte il legame dell’arma dei carabinieri con il paese.

Tra i carabinieri e la gente esiste un legame fatto di solidarietà, fiducia e dedizione al bene comune. Le “stazioni” dei carabinieri
sono presidi presenti su tutto il territorio nazionale: sono dei punti di riferimento per la collettività, anche nei paesi e nelle contrade più remote e periferiche.

La nostra vocazione è il servizio. il nostro servizio si esprime nella tutela degli individui e dell’ambiente, nell’azione per la sicurezza, per il rispetto delle regole della convivenza civile e per il bene comune: è un impegno concreto e costante nella difesa dei diritti e doveri dei singoli e delle comunità.

La tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza delle persone è un impegno sempre più attuale in una società dinamica, aperta e garantista, come quella italiana nella quale siamo chiamati ad operare.

Nel nostro lavoro siamo sostenuti da una storia scritta da fedeli servitori dello stato che hanno onorato la nostra arma con l’offerta di sé stessi.

Carabinieri della provincia di Lecco, grazie per quanto fate quotidianamente. grazie per la vostra tenuta etica e morale. Grazie per l’esempio che ispirate. grazie per i sacrifici che compite insieme alle vostre splendide famiglie. grazie per la vostra semplicità di uomini buoni. Grazie per l’orgoglio che riesco a leggere nei vostri occhi.

Ricorre oggi, con la Virgo Fidelis, patrona dell’arma, il 73° anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber. In Etiopia, dopo la tragica caduta dell’ambalagi, difesa strenuamente dalle valorose truppe nazionali al comando del vice re, duca Amedeo d’Aosta, rimanevano a salvaguardare l’onore delle armi italiane solo sparute forze del regio esercito ed il 1° battaglione carabinieri mobilitato, al comando del maggiore medaglia d’oro al valor militare Alfredo Serranti, arroccati saldamente a Culqualber e sulle alture circostanti.

Due compagnie carabinieri e una di fedeli zaptiè, appoggiate da pochi pezzi d’artiglieria, si strinsero a difesa dei costoni rocciosi di Culqualber, resistendo strenuamente, per lunghi mesi, in situazioni logistiche disperate, con contrattacchi effettuati anche all’Arma bianca, contro un nemico superiore di uomini, mezzi corazzati, artiglierie ed aviazione, desideroso di porre fine alla campagna d’Etiopia.

Il 21 novembre del 1941, infatti, dopo l’ennesimo attacco di preponderanti forze inglesi, il caposaldo di Culqualber cessò di resistere e quasi tutti i carabinieri caddero in combattimento.

Una pagina di storia, di puro eroismo, scritta dai nostri carabinieri, così come recita il bollettino di guerra delle ff.aa. del 23 novembre 1941: “Gli indomiti reparti di Culqualber – Fercaber, dopo aver continuato a combattere, anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti….nell’epica difesa, si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il battaglione carabinieri….quasi tutti i carabinieri sono caduti”.

Per l’epico fatto d’armi, alla bandiera dei carabinieri, fu conferita la seconda medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li conteneva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita, perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”. Africa orientale, agosto – novembre 1941.

L’11 novembre 1949, sua santità pio xii, in castel gandolfo, su proposta dell’allora ordinario militare s.e. mons. Carlo Alberto Ferrero, promulgò la bolla pontificia con cui concesse all’Arma dei carabinieri, come santa protettrice, la beatissima Vergine Maria, con il titolo di “Virgo Fidelis”, fissandone la celebrazione il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di maria al tempio e proprio della ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Pochi giorni or sono abbiamo commemorato l’anniversario della strage di Nassiriya e poiché oggi celebriamo anche la giornata dell’orfano, il nostro pensiero deve andare a quei figli senza più un padre, a quelle mogli senza più un marito ed ai familiari di coloro che sono caduti nella “sacralità” del loro dovere, vuoi per difendere il suolo patrio, vuoi per proteggere e preservare le istituzioni democratiche, vuoi ancora per portare in terre lontane, con spirito di fratellanza, solidarietà e soccorso ai più deboli e bisognosi”.