Le avventure di Morsicone
di Carlo Varesi*
Quarta puntata
La notte passò tranquilla.
Morsicone si svegliò per primo. Chiamò l’amico dicendo: “Raoul, Raoul svegliati! Ho sognato la libertà!”
Raoul si destò e capi subito quello che voleva intendere Morsicone.
“Buongiorno Morsicone, vuoi dire che senti una sensazione di autonomia e appagamento mai provata prima?” spiegò.
“Sì, e mi sento molto bene” precisò il gattone.
“È il risultato dell’uscita di ieri pomeriggio. Si sono messi in moto in te dei processi che ti stanno cambiando e trasformando” disse Raoul. “Vuol dire che questa nostra iniziativa di voler andare oltre il giardino funziona. Poi ieri sera ti ho fatto una domanda, ma dormivi già. Mi vuoi parlare della tua famiglia umana?”
“Sì, molto volentieri” rispose Morsicone “Il mio papà e la mia mamma, a me piace considerarli così, si chiamano Alberto e Ada. Hanno un figlioletto, Sandro. Con lui non vado molto d’accordo, mi fa sempre gli scherzi. E io lo morsico.
Vivono all’ingresso del paese nella piccola casetta bianca che vedi qui dietro. Nel giardino siamo noi, nella mia cara dimora.
Per lavoro gestiscono un piccolo emporio nel centro del paese. L’emporio è fornitissimo e vendono un po’ di tutto. Per tale motivo sono diventati un punto di riferimento per la gente del paese e della valle.
Se qualcuno ha bisogno di qualsiasi cosa, Alberto e Ada gliela procurano. Per questo sono molto stimati e hanno tanti amici. E anche perché l’emporio è sempre aperto.
Sono un po’ uno dei motori della comunità della valle.
C’è anche da riconoscere che sono dei grandi lavoratori e la loro disponibilità verso la gente copre le ventiquattro ore della giornata.
Sandro frequenta la scuola e aiuta in bottega.
L’unico diverso sono io. Solitario e fifone.”
“È bella gente, mi sembra” osservò Raoul. “Ti trattano bene?”
“Benissimo, però sono molto occupati e mi lasciano solo. E poi il piccolo Sandro mi fa i dispetti” replicò Morsicone.
“Vuoi dire che la tua paura di andare oltre il giardino, di uscire dal tuo ambito, sarebbe stata dettata dalla solitudine?” disse Raoul.
“Sì, penso di sì. Sono sempre stato solo e la mia paura di esplorare il mondo si è fatta ogni giorno più grande. Cercavo la forza dentro di me ma non l’ho mai trovata. E così il giardino della casa di mia mamma e mio papà è diventato il mio mondo.
Per fortuna ho sempre nutrito il desiderio di uscire, di fare ciò. E poi sei arrivato tu, Raoul, e sono riuscito a vincere le mie paure e, con te, ho trovato il coraggio di andare oltre il giardino e iniziare ad andare nel mondo.
E, subito, come hai potuto notare, dopo la prima uscita insieme già tante cose hanno cominciato a cambiare in me. Ora ho molta meno paura di uscire dal mio ambito, anzi ho sempre più voglia di farlo.
Ho realizzato che, per mia scelta, facevo una vita da recluso. Non mi mancava niente ma era come stare in una gabbia dorata” sintetizzò Morsicone.
Nel frattempo, all’emporio, Alberto disse alla moglie: “Ada, volevo chiederti. Ma non hai notato qualcosa di strano e anomalo in Morsicone?”
“In che senso?” rispose Ada.
“Ieri pomeriggio sono andato nel giardino due volte e, stranamente non c’era. Di solito è sempre lì, non esce mai. Questo è molto strano. Fra un po’, quando ho finito qui, vado a trovarlo” concluse Alberto.
Il cambiamento repentino di Morsicone aveva suscitato le prime attenzioni in chi gli stava attorno. Anche se nessuno si poneva chissà quale domanda, la curiosità cominciava ad insinuarsi.
E di lì a poco sarebbe arrivato Giacomo il Volpone…
[Continua su Lecco News]
Le avventure di Morsicone è uno dei racconti dell’autore ambientati sul lago di Como.
LA SEZIONE RACCONTI DI LECCONEWS