PRESTITI DECRETO LIQUIDITÀ:
“EROGAZIONE VELOCE”,
UNA BUFALA? NON PROPRIO

LECCO – Fino al 30% del fatturato annuale erogato in 3 giorni senza spese, senza istruttoria; una manovra di sostegno alla liquidità riservata in un primo tempo alle piccole imprese e ora allargata.

Sarebbe uno dei provvedimenti ‘Salva Italia’ stabiliti dal Governo contro gli effetti funesti del lockdown Covid19.

Ma funziona davvero in maniera così semplice?

Nei fatti sembrerebbe di no. Gli imprenditori, infatti, lamentano ritardi e rallentamenti nell’erogazione del prestito garantito dallo Stato e poca trasparenza nell‘iter burocratico, alla faccia dell’agilità promessa.

C’è chi sta aspettando risposta da più di un mese. E visto che si tratta di un tampone sulla liquidità, si capisce quanto questo ritardo sia grave e incidente per le aziende e per chi ci lavora.

Dal Fondo di garanzia l’ok in 10 giorni.
In realtà, almeno in Lombardia, il tempo di attesa è di 10 giorni in media, in pochi casi al massimo al massimo di 15 ci dicono dagli uffici lombardi del Fondo di garanzia del Mise.
Tanto c’impiega l’Ente a dare risposta dopo un controllo formale sui documenti presentati. La commissione, infatti, si riunisce ogni settimana.

E da quando è stato emanato il decreto, ci assicurano, i ritmi di espletamento sono elevatissimi proprio per accelerare i tempi e rispettare la promessa di una erogazione veloce.

Monitorare direttamente, per capire se la banca ‘nicchia’
Il tracciamento c’è ed è diretto, perché come la banca inserisce la pratica nella piattaforma predisposta all’impresa richiedente arriva immediatamente una pec alla azienda, grazie alla quale il Fondo segnala l’identificativo assegnato alla pratica.

Dopo una decina di giorni ecco nella casella pec la risposta della commissione. Se il via libera c’è, la banca avrebbe l’obbligo di assegnare il prestito immediatamente.

Mai arrivata alcuna pec dal Fondo di garanzia? Allora vuol dire che la banca non ha inserito la richiesta nel portale.

Nel caso se ne volesse una ulteriore conferma, con il codice fiscale aziendale a portata di mano, la conferma può arrivare direttamente dal Fondo.

RedEco