LECCO – A tenere banco durante la sessione di lunedì del consiglio provinciale sono state soprattutto le questioni relative al bilancio.
In apertura spazio ai question time, con gli interventi del consigliere Paolo Lanfranchi sulla necessità di rivedere il sistema di accoglienza dei migranti alla luce dei tagli alle risorse e al ritiro di alcune importanti realtà che gestiscono centri di accoglienza dalle nuove gare (leggi qui l’inchiesta di LeccoNews), e del consigliere Elena Zambetti sulla situazione economico-finanziaria del Cfpa di Casargo.
“Dopo aver appreso della decisione del Consiglio di porre un tetto di spesa massima sull’assunzione di nuovo personale, si pone ora la questione se il numero di docenti attualmente in organico è sufficiente, dal momento che sono arrivate notizie riguardo al fatto che molti di loro abbiano dovuto accettare turni di lavoro massacranti”.
Il consigliere Giuseppe Scaccabarozzi è quindi passato a fare il punto delle variazioni al bilancio e ha introdotto i fatti relativi alla sentenza della commissione tributaria: la Provincia dovrà pagare l’IMU anche sugli immobili non direttamente utilizzati per svolgere le proprie funzioni ma affidati alla gestione di associazioni e enti. La speranza era quella di non dover pagare l’imposta sugli immobili dati in uso a enti no profit e a destinazione sociale. Tra questi, due appartamenti di Corso Matteotti concessi in comodato all’unione mutilati e reduci e all’UNICEF.
La commissione ha respinto il ricorso presentato dalla Provincia, che dovrà quindi versare tutti gli arretrati a decorrere dal 2013. Soggetti a IMU sono anche l’ufficio IAT e i parcheggi di Corso Matteotti. La cifra complessiva che dovrà essere versata non è ancora stata stabilita in via definitiva. Al momento, relativamente alle sole annualità 2013-14, è stato stabilito un totale di 108.000 euro. L’ente provinciale ha già stanziato 52.000 euro di fondi a disposizione, ne mancano all’appello 56.000 che sono stati riconosciuti come debito fuori bilancio – più le spese legali.
“Che mazzata!” è stato il commento in merito del consigliere della Lega Stefano Simonetti. “Una mazzata, ne convengo”, la risposta di Scaccabarozzi. “Faremo ricorso alla commissione regionale per evitare di pagare almeno gli interessi e le sanzioni”. “Le ultime modifiche nella legislazione sono chiare”, è intervenuto il segretario generale della Provincia Mario Blandino, “L’unica soluzione per non pagare sarebbe la conduzione diretta della Provincia negli spazi che sono dati in comodato senza scopo di lucro. Se non svolgi direttamente tue attività istituzionali all’interno di quei locali, l’IMU la devi pagare”.
Tra i temi affrontati anche l’organizzazione e le previsioni di spesa per il Convegno di Studi Amministrativi di Varenna del 2020, che si terrà nei giorni del 17-18-19 settembre. La Provincia parteciperà con un contributo non inferiore a 15.000 euro per le spese sostenute. La previsione totale di spesa per le varie voci, segreteria, rimborsi relatori, beni forniture e servizi, ecc. ammonta a 73.000 euro e sarà pareggiato dalle entrate. Confermata la quota di iscrizione richiesta di 350€ per i partecipanti.
Altro argomento di particolare interesse ha riguardato l’approvazione da parte della Provincia di un piano di contenimento ed eradicazione della nutria sul territorio provinciale, seguendo le indicazioni provenienti dalla Regione. “Dal 2014 una modifica normativa non considera più questa specie di roditore come fauna selvatica soggetta a tutela, dal 2016 inoltre è stata inclusa tra le specie invasive esotiche (originaria del Sudamerica) da sottoporre a misure di selezione e contenimento efficace” ha spiegato il Presidente della Provincia Claudio Usuelli.
Per eliminare il problema la Provincia ha ipotizzato di affidare il servizio di cattura e smaltimento carcasse in un primo momento a un operatore specializzato esterno, per poi procedere con la gestione interna, attraverso una rete di strutture operative locali e un corpo di volontari debitamente formati e attrezzati nella fase successiva di consolidamento.
“Al momento attuale sono stati censiti fino a 1800 esemplari sul nostro territorio, in particolare sul lungo Adda e in alcune aree lacustri come Garlate e Colico” ha precisato il vicepresidente Bruno Crippa. “Per questo abbiamo previsto un piano di 4.000 abbattimenti in tre anni, per bloccare la diffusione di una specie che può avere anche 15 cuccioli in un anno”. Gli interventi prenderanno il via tra un anno. “Il periodo migliore, confermano gli esperti, è quello invernale, data la penuria di cibo che rende più facile attirare le nutrie nelle esche e la loro cattura”.
Una misura accolta con favore dai consiglieri della Lega che hanno proposto un piano di interventi simile e l’istituzione di un corpo di cacciatori volontari anche per l’abbattimento dei cormorani selvatici.
Fabio Ripamonti