CASO GILARDI, PROCESSO IN TV:
L’AVVOCATO RICOSTRUISCE
MA IL PROF SARÀ ASCOLTATO

LECCO – Caso Carlo Gilardi, terzo processo e per la seconda volta – a distanza di poche settimane – l’ex professore in pensione e dal 30 ottobre 2020 ospite della Rsa Airoldi e Muzzi di Lecco sarà sentito da un giudice del tribunale di Lecco.

Sul banco degli imputati questa volta ci sono due giornaliste della trasmissione Le IeneNina Palmieri e Carlotta Bizzarri – e Brahim El Mazoury, l’ex badante di Gilardi. I tre devono rispondere davanti al giudice monocratico Gianluca Piantadosi di diffamazione per i contenuti, ritenuti lesivi dall’avvocato Elena Barra – amministratore di sostegno di Gilardi -, che ha presentato una querela.

Nelle battute iniziali del processo i difensori dei tre imputati hanno chiesto di sentire Carlo Gilardi che tra l’altro lo scorso 4 aprile era già stato ascoltato da un altro giudice del tribunale di Lecco, Giulia Barazzetta, per la vicenda che vede imputata Viviana Tononi, la “pasionaria” che voleva liberare Carlo Giliardi ed è accusata di aver violato il domicilio, essendo entrata nella Rsa e nella sua camera da letto.

Oggi il legale della parte lesa – l’avvocato Stefano Pelizzari – si è opposto alla nuova audizione, al pari dell’accusa. Il giudice Piantadosi – sotto i riflettori delle telecamere che per la prima volta sono entrate nel processo – ha acconsentito a sentire il professor Gilardi, nei tempi e nelle modalità che verranno definiti in futuro. Tra le curiosità: nel 2019 l’ex professore aveva raggiunto il tribunale di Lecco e tentato di rubare i timbri al giudice tutelare per poi utilizzarli in caso di necessità.

Durante l’udienza c’è stata la lunga deposizione di Elena Barra. durata più di tre ore, nella quale ha ricostruito l’intera vicenda: dall’incarico affidatole dal giudice tutelare del tribunale di Lecco l’8 ottobre 2020, al ricovero in ospedale del professor Gilardi il 27 ottobre, quindi il trasferimento alla Airoldi e Muzzi dove tuttora si trova. Carlo Gilardi aveva rifiutato il ricovero e lo aveva ribadito all’amministratore di sostegno: “Voglio rimanere a casa mia, non in un ospizio”. “In casa di riposo – aveva detto Carlo Gilardi – non ci vado, mi dovete mettere le manette“. Ma secondo l’avvocato Barra “non c’erano le condizioni”.

Tra i particolari emersi nell’udienza, Gilardi nei primi giorni del ricovero aveva manifestato l’intenzione di uno sciopero del cibo contro la decisione. Nella deposizione, l’amministratore di sostegno ha parlato del rapporto col badante e i 13 servizi de Le Iene, oltre alle molestie subite in ufficio e per strada.

Incalzata dalle domande dell’accusa, l’avvocato Barra ha risposto e circoscritto le diverse vicende. Si è fatto riferimento anche ai rapporti con la sorella (“mi ha consegnato nelle mani degli avvocati”, sono state le parole di Carlo Gilardi). Recentemente ha spiegato che “per il suo stile francescano ha subito il trauma della pubblicità”.

L’avvocato Barra nella deposizione ha fatto riferimento anche alla violazione della privacy per chi ha diffuso le perizie sull’ex professore e nel controesame ha risposto punto su punto.

Nella prossima udienza saranno sentiti altri tre testi della parte civile, poi toccherà ai tre imputati.

Angelo Panzeri