LECCO – Un 2018 molto intenso per le industrie e per il lavoro e un 2019 che si prospetta difficile, con il profilarsi dei dazi statunitensi voluti da Trump e la questione Iran, oltre ai problemi di ‘casa nostra’. “Confidiamo di avere un anno, al di fuori delle brutte chimere, positivo – esordisce il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Lorenzo Riva nel corso del tradizionale appuntamento di fine anno per fare il punto di ciò che è stato, in vista di ciò che sarà – e siamo convinti che la nostra capacità ci permetterà tutto”.
“Auspichiamo che il governo, a cui abbiamo fatto sentire la nostra posizione, sia per lo meno entrato nell’ottica di mettere le imprese e il lavoro al centro dell’agenda. Se l’avessero fatto sei mesi prima – sottolinea il presidente Riva – avremmo risparmiato tutti noi 58-60 milioni di euro”.
Il 2018, il primo anno intero di presidenza Riva, è stato dedicato ai giovani, al lavoro e alla possibilità delle risorse umane. “Quello del capitale umano è diventato uno dei temi principe del dibattito sul mondo del lavoro che anima il Paese, per sua natura intrinseca, ma anche per un paradosso che viviamo quotidianamente e che vede, da un lato, un alto tasso di disoccupazione giovanile e, dall’alto, l’insufficienza di profili con formazione di tipo tecnico-industriale” evidenza il presidente.
Momento fondamentale della vita associativa ma non solo è stata l’assemblea congiunta di Confindustria Lecco e Sondrio insieme a Unindustria Como, proprio intitolata WORK. L’elogio del capitale umano nella quarta rivoluzione industriale. “Un evento che ha dimostrato nel concreto la nostra volontà di dare spazio a sinergie funzionali alla crescita delle imprese e del territorio, al di là di superati campanilismi – rimarca Riva -. È stato un vero successo con più di mille persone e 580 giovani, che son gli attori principali del nostro futuro il quale avrà sempre bisogno di uomini e donne, a prescindere dalle rivoluzioni, la quinta, la sesta, che potranno esserci”.
Anno di novità importanti, il 2018, e anche il primo anno dal completo superamento della fase di transizione dopo la funzione tra Lecco e Sondrio. “Tutto sommato finita questa parte transitoria – spiega il direttore generale dell’associazione Giulio Sirtori – ora c’è una buona atmosfera di coesione tra le due componenti che non si vedono più come componenti separate ma come parte di un’associazione unica a tutti gli effetti. Tra le novità di quest’anno, all’interno del programma di quattro anni con al centro la riscoperta del senso di appartenenza all’associazione, avete visto tutti la campagna delle ali“.
“Tale campagna – continua Sirtori – ha portato non solo a visibilità esterna ma riorganizzazione interna su temi importanti come il rapporto con gli associati. Altra novità di punta del 2018 è stata la prima edizione del career day che ha avuto un grandissimo successo e, sicuramente, allargheremo la seconda edizione”. Sirtori cita anche l’avviamento del Laboratorio territoriale di occupabilità, il Laboratorio tecnlogico dell’Istituto Marco Polo di Colico, realizzato in collaborazione con la Fondazione Badoni e in Valtellina il lancio deò corso ITS per la filiera alimentare.
Il tema caldo e decisivo, in ogni caso, è quello delle infrastrutture. “Una battaglia che non è mai finita – la definisce Sirtori -. Nel mese di novembre abbiamo fatto pressione su tutti rappresentanti politici del territorio, a livello locale, provinciale e regionale, e da loro abbiamo avuto anche buoni riscontri: la firma del documento proposto da Confindustria, l’impegno ad agire al fine di sollecitare soluzioni a una situazione che sempre più riveste carattere di emergenza. Ma vanno tenute calde le istituzioni in maniera continua, battere il ferro che purtroppo è più che caldo. Su questo tema c’è bisogno di un’attenzione particolare – sottolinea ancora Riva – anche per le azioni che continueremo a fare”. “Se imparassimo a parlare di meno e fare di più – gli fa eco Riva – faremmo risparmiare a tutto il Paese, fare di più significa essere una spina nel fianco dei politici non solo per permettere alle merci di muoversi, ma ai cittadini di potersi muovere con infrastrutture moderne sicure e adatte all’anno in cui viviamo”.