IL COMMENTO: “LECCO-BERGAMO, LA SCELTA ERA FARLA O NON FARLA”

Cara Lecconews,
la LC-BG o più correttamente la Lecco Vercurago, da ieri è passata nelle mani dei muratori dopo che la politica per vent’anni non è stata in grado di risolvere il problema, e fare delle scelte alternative davanti ai continui stop. (La determina della Provincia nr 34 del 17/5/2017 contrattualizzava la fine dei lavori per il 17/2/2018)

Possiamo dire, sbagliando al massimo di qualche centimetro, che in vent’anni non è stato fatto neanche un metro, e oggi, come previsto è stato scelto l’unico Progetto che era logico scegliere, per una questione di costi – si risparmiano dai 30 ai 70 milioni  – e perché ricopia pressoché quello già più diffusamente studiato?

Comunque la si giri, la si esalti, soprattutto da parte della Politica è, è resta, un loro fallimento, a tutti i livelli, da quella che decide, a quella che relaziona con i Ministeri, a quella che lo fa con i Cittadini

In mezzo lungo questi vent’anni e per i prossimi sette o otto almeno, restano i cittadini, più di una comunità, in primis, ancora, quelli di Chiuso

Ovviamente, se non può valere come non vale, l’interesse specifico ed esclusivo del Quartiere, per una scelta con benefici più ampi è indubbio che tutto deve e doveva stare dentro la ragionevolezza.

Qui non ci si limita, infatti, a dover decidere dove mettere la centrale degli inerti durante gli scavi, al Bione o altrove, ma le continue ricadute di benessere e qualità, oltre ai rischi anche statici e di salute, di un’opera così impattante.

Può sembrare assurdo parlare che ormai è tardi per decisioni diverse, che l’obiettivo è risolvere il caos di una strada da 30.000 veicoli al giorno e 3.000 pesanti.

Ma se la strada finisce a Vercurago e costa cento milioni al km – 100000000 – e i km sono quasi due e mezzo, davvero la LC-BG vedrà mai la sua completa ultimazione?

Davvero la scelta, ieri e pure oggi, era tra il tracciato uno, due, o tre o la scelta vera – e saggia  – era tra farla e non farla?
Perché nel primo caso, ovviamente un tracciato può valere l’altro.
Ma se la scelta era tra il farla e non farla, forse il non farla sarebbe stata la soluzione che la politica doveva mettere sul piatto ed esercitare a tutti i livelli.

Non per laciare le cose come stanno ma per usare un decimo dei soldi che ora serviranno per l’opera e usare il principio della riduzione del danno e la più rapida mitigazione del caos

Con un progetto che, oltre a coprire il buco del tunnel di Chiuso, togliesse il semaforo a Vercurago con indennizzi a oratorio, benzinaio, fors’anche due case vicine, spostandoli e ricostruendoli altrove e così migliorare flussi, vivibilità, tempi.

Capisco che avere un cantiere e inquinamento sotto le finestre e polvere e schifo in casa, ancor più che lo smantellamento di un giardinetto pubblico dei giochi è da trasferimento di residenza…

– Ma l’opzione chiudere il buco del tunnel quanto era concreta?
– Quanto ancora lo è?
– Chi c’è al fianco per questa opzione?
– Quali azioni sono percorribili, più o meno nella legalità di fatto e sostanza?
– A chi ancora credere dopo i pellegrinaggi in campagna elettorale?
– Non resta, forse, soprattutto a Chiuso ma non solo, puntare su indennizzi comunitari, oltre che privati nel caso, per opere ecologiche, svago, servizi pubblici e mitigazione davvero qualificanti?

Paolo Trezzi
Lecco

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