SCIOPERO ENEL, A LECCO
L’ADESIONE È DEL 100%

LECCO – Fortissimo successo per la mobilitazione dei dipendenti Enel Distribuzione: l’adesione allo sciopero odierno di quattro ore si avvicina al 100% a Lecco, mentre è pari al 90% in Italia, con presidi e iniziative in tutte le sedi.

Da ormai un mese Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno dichiarato uno stato di agitazione a livello nazionale, a seguito delle incomprensibili scelte che l’azienda sta operando in particolar modo nel settore della distribuzione dell’energia elettrica. Le ragioni che hanno spinto ad arrivare allo sciopero sono causate dalla riduzione progressiva degli organici, dall’esternalizzazione delle attività, la svalorizzazione delle competenze e delle professionalità presenti in azienda, il più elevato livello di rischio per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro, l’impossibilità di garantire pronto intervento in caso di guasti, con evidenti ripercussioni sui cittadini, attività e imprese.

“A questo punto, a Enel non resta che tornare sui propri passi ed evitare di proseguire la miope operazione di smantellamento della propria capacità di fornire un servizio essenziale e di qualità al Paese – afferma Paolo Guicciardi (Filctem Cgil Lecco) –. Se la mobilitazione odierna invece non fosse sufficiente, insieme alle altre organizzazioni sindacali, siamo già determinati a proseguire con successive azioni di lotta”.

Igor Manzo (Flaei Cisl) sottolinea gli obiettivi: “Vogliamo mantenere l’occupabilità sul territorio, rivendichiamo un unico presidio sul lecchese, mentre ora i lavoratori devono servire tre province. Se si va ad appaltare il servizio si perde professionalità e non vogliamo che avvenga ciò che è successo in altri settori, come sanità, telefonia e autostrade. Questo è un servizio fondamentale, se viene smembrato diventa un problema per la collettività”.

Luca Esposito, delegato Filctem di E-Distribuzione, spiega che “l’azienda ha deciso di voler appaltare le manovre di media tensione e vuole modificare gli orari introducendo anche il sabato lavorativo, senza alcun adeguamento salariale e organizzativo. A Lecco siamo letteralmente sottodimensionati – prosegue –. La dirigenza ha approfittato dell’emergenza sanitaria per mettere in atto tante piccole modifiche negative su organizzazione, personale e reperibilità”.