“TERZA DE LÖI” A LAORCA:
LA FESTA NON SI FARÀ
MA C’È UN LIBRO DEI RICORDI

LECCO – Se negli anni scorsi questo era il periodo della festa di Laorca, quest’anno, causa Covid, l’ormai tradizionale manifestazione del rione lecchese si celebrerà in maniera molto diversa.

“È sempre un bel momento quando una comunità si riunisce ed anche quest’anno è stato così, la sera di fine gennaio in cui ci siamo ritrovati per ricordare i bei momenti della Festa del 2019 e per cominciare a parlare di quello che sarebbe stato nel 2020 l’emozione di sempre si è rinnovata – spiegano gli organizzatori della manifestazione – Nessuno immaginava ciò che sarebbe accaduto di lì a poche settimane ed in quale incubo saremmo stati precipitati. Tutto sembrava così lontano da non poterci toccare, così fuori dalla nostra vita quotidiana. Poi le prime notizie, lo stupore che gradualmente lascia il posto alla preoccupazione ed alla paura. Le prime sirene che si fermano qui vicino, le prime persone che conosci che vengono ricoverate in ospedale e tutto prende la dimensione di una valanga che precipita a valle, fino ai primi rintocchi delle campane a martello. Qualcuno non ce l’ha fatta, è un pezzo della nostra comunità che ci lascia e questo rende tutti noi più poveri. Difficile pensare alla Festa in uno scenario di questo genere e tornare alle emozioni della serata di fine gennaio”.

“Poi però un’idea si fa strada, dobbiamo in qualche modo testimoniare che la Festa non è solamente un momento in cui ti trovi per passare delle serate in compagnia. La Festa è tradizione, religiosa in primis, è un modo di vivere (facciamo festa per stare insieme), è voglia di essere parte di una comunità che cammina e si sostiene vicendevolmente. Allora, ci diciamo, è necessario pensare a cosa si potrebbe fare per testimoniare questo spirito. E viene istintivo sfogliare l’album dei ricordi per trovare nelle nostre radici la forza di affrontare un momento così complesso. La Festa ha caratterizzato la storia della nostra comunità negli ultimi quarantacinque anni, ha visto generazioni di persone che hanno affrontato la sfida di recuperare un’antica tradizione, arricchirla e poi passare il testimone alle generazioni successive, affinché potessero coltivare ed impreziosire a loro volta questo dono per passarlo poi di mano a chi vorrà continuare a percorrere questa strada”.

“Abbiamo iniziato a fare festa per incontrarci”. Così era stato scritto su uno striscione nel 1975, quando per iniziativa di alcuni giovani della nostra parrocchia si è voluto celebrare la festa della Madonna del Carmine in un modo particolare, diverso, facendola diventare una grande festa popolare di tutto il rione. La proposta è stata accettata da tutti e portata avanti da un gruppo di giovani e di uomini. In uno dei volantini diffusi in quest’occasione si diceva: “Il 20 luglio faremo l’esperienza di una festa popolare. Non è un tuffo nel passato, nella tradizione ormai improponibile così com’è, ma un riferimento, un far memoria di ciò che eravamo e di ciò che oggi siamo. Un momento di incontro, di confronto, una giornata vissuta interamente insieme e dedicata all’unità che ancora c’è tra di noi”.
Tra i momenti salienti della festa figuravano i giochi per bambini e ragazzi e soprattutto l’albero della cuccagna.

“Il 2020 – conclude il fascicolo – certamente non vedrà la Festa della Madonna del Carmine così come siamo abituati a conoscerla, ma nei nostri cuori lo spirito è immutato e non rinunceremo a trovare il modo per dare allo spirito che anima la nostra comunità lo spazio per esprimersi ancora e per testimoniare anche in questo frangente la forza dell’idea di fondo: “siamo una comunità e facciamo festa per stare assieme”.

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