A ROSSINO GABRIELE BOLIS & FRIENDS ZAMPOGNARI PER LA TERZA ETÀ

CALOLZIOCORTE – Il musicista Gabriele Bolis e i suoi amici hanno allietato il Gruppo Amici della Terza Età di Rossino. 

Rossino è una frazione di Calolziocorte, adagiato sulle colline sovrastanti il Comune, che vanta un’antica storia medioevale di cui il Castello è testimonianza. La cittadinanza, operosa e orgogliosa delle sue origini, vive attivamente anche i giorni nostri, infatti ha costituito il Gruppo Amici della Terza Età, del quale potremmo definire responsabili e animatrici le signore Monica Bellani e Margherita Iori.

I partecipanti si incontrano due volte al mese, il mercoledì pomeriggio, organizzando tombolate e lotterie, festeggiando compleanni, magari con qualche cantore, come il signor Vito Fornari, componente del Coro Cantate Domino, che allieta con la sua voce.

Mercoledì 6 dicembre, mentre i presenti si dedicavano a giochi di società, ecco aprirsi le porte e fare il loro ingresso gli Zampognari della Brianza, anche conosciuti come “della Val San Martino”. Per chi non li avesse mai sentiti menzionare, parliamo di Gabriele Bolis, zampogna molisana, Dario Bolis, ciaramella, Gilberto Garghentini, sonagli e voce, Giovanni Gilardi, voce, rigorosamente in costume.

Le melodie natalizie sono risuonate negli ambienti di ritrovo, come le voci, riportando gli astanti a Natali lontani, quando un mandarino e qualche arachide parevano doni preziosi. Qualcuno potrebbe essere ritornato con il pensiero a momenti di Natali bui e mesti, come il signor Luigi Bolis, che il luglio scorso ha spento novantanove candeline. Classe 1924. Uno degli ultimi chiamati nel secondo conflitto mondiale, vestendo la divisa della Regia Marina nel Reparto San Marco. Uno dei combattenti dei quali scrisse la nota penna di Gianpaolo Pansa ne “I figli dell’aquila”. Uno dei pochi che riuscirono a salvarsi e tornare. Un uomo, che, nonostante il secolo di vita, insegna, con il sorriso, cosa significhi “aver voglia di vivere”, di non arrendersi, di non ripiegarsi su se stessi, di stare insieme alle persone e, magari, cantare, anche se la voce non è più squillante e potente, poichè come recita un antico adagio “canta, che ti passa”.

Michele Carenini