ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI/
L’ANCI RICORDA AI COMUNI
LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

TERZA PARTITA COI PROFUGHI (3)LECCO – L’accoglienza dei richiedenti asilo è il tema che continua a tener banco più di tutti, nel lecchese ma non solo. Dopo i fatti di Oggiono, le polemiche non si sono certo placate. E ora ai sindaci italiani è arrivata una lettera dell’Anci, in cui si spiega il meccanismo dello Sprar e l’esistenza di una clausola di salvaguardia per i Comuni che vi aderiscono.

Procedendo con ordine, innanzitutto che cos’è lo Sprar? Si tratta del “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”, ideato dal Ministero dell’Interno e che prevede il coinvolgimento attivo degli enti locali nell’attuazione dei progetti di accoglienza integrata sul territorio. Lo Sprar, più precisamente, prevede che i Comuni che vi hanno aderito non subiscano decisioni calate dall’alto ma siano pienamente autonomi e che dall’altro lato siano accompagnati dallo Stato per garantire la trasparenza amministrativa e il monitoraggio degli interventi. Inoltre il progetto è finanziato al 95% dalle casse statali, quindi senza grossi oneri per gli enti locali aderenti.

Lo Spar concretamente si occupa della sistemazione dei richiedenti asilo che escono dagli hub (come il Bione a Lecco) sul territorio, con la cooperazione degli enti locali. L’accoglienza diffusa, progetto in atto in Provincia di Lecco, quindi è una sorta di declinazione particolare dello Sprar, che a differenza della sua versione “pura” prevede un ente che coordina (la Comunità Montana della Valsassina, nel caso lecchese) e la famosa quota dei 3 richiedenti asilo ogni 1000 abitanti.

Ma c’è dell’altro: infatti il Ministero ha specificato l’esistenza di una “clausola di salvaguardia” per i Comuni aderenti allo Sprar. Chi accoglie i migranti tramite questo sistema (e quindi anche i Comuni lecchesi che aderiscono all’accoglienza diffusa) infatti sarà sollevato da dover ospitare i migranti con altre forme di accoglienza, quali gli hotspot e i Cara. Questo è un punto saliente che spesso non viene sottolineato. I Comuni che partecipano all’accoglienza diffusa non riceveranno altri richiedenti asilo. Mentre nei Comuni che non vi partecipano (o che come Oggiono non mettono a disposizione le strutture) sarà teoricamente possibile imporre la presenza di centri di accoglienza.

> Qui la lettera dell’Anci ai sindaci italiani