ALL’OFFICINA BADONI GRANDE SUCCESSO PER “IL TEMPO SOTTILE”

LECCO – Una sala gremita ha ospitato nella serata di venerdì 19 settembre in Officina Badoni un incontro dedicato alla presentazione del romanzo storico “Il tempo sottile“, firmato da Giulia Elisabetta Bianchi. La serata, introdotta da Pietro Dettamanti, presidente dell’Associazione Giuseppe Bovara – Archivi di Lecco e della Provincia, e moderata da Umberto Calvi della stessa Associazione, ha visto protagonista l’autrice che ha raccontato i concetti, i personaggi e i punti salienti del romanzo.

Il libro, ambientato nella zona dell’Altolago nell’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale, narra la vicenda della famiglia Allievi che, sfollata da Milano nell’avita casa di famiglia, viene coinvolta in situazioni delicate (come l’aiuto a una famiglia di ebrei in fuga) negli ultimi mesi precedenti la Liberazione. La casa descritta nel romanzo, collocata per ragioni narrative a Dervio, è la splendida villa Brini di Castello sopra Lecco che, con il suo giardino, rappresenta un’isola felice nel grigio paesaggio urbano di Lecco. Un luogo che da quasi due secoli, ovvero dal 1836, appartiene alla famiglia materna dell’Autrice e che nella sua precedente storia secolare intreccia ricordi anche letterari.

Come ricordato da Francesco D’Alessio, appartenne nel secondo Settecento al notaio e commerciante di ferro Massimiliano Manzoni, marito di Emilia Manzoni che dello scrittore Alessandro era zia paterna. L’autore de “I Promessi Sposi” frequentò certo da bambino, nelle sue lunghe permanenze lecchesi, la casa degli zii che tuttora mantiene la struttura di quel periodo, seppur la facciata venne “aggiornata” nel corso dell’Ottocento. Come messo in luce durante il dialogo, così come nel romanzo di Giulia Elisabetta Bianchi la casa diventa un rifugio e porto sicuro che accoglie e protegge con amore i suoi abitanti; così nella realtà la stessa dimora, ovvero villa Brini, è stata salvata dallo stretto legame di affezione della famiglia che ne è tuttora proprietaria.

Alla fine degli anni Trenta, infatti, fu varato un progetto che prevedeva la demolizione della chiesa parrocchiale di Castello sopra Lecco, allora giudicata troppo piccola per le esigenze parrocchiali, costruendone una nuova in luogo dell’antica e serena dimora, destinata quindi alla demolizione. Si salvò grazie alla “resistenza” (termine ben più che simbolico in questo caso) dell’allora proprietario Giulio Brini che non volle cedere la casa avita, cui era profondamente legato.

Gli interventi dell’autrice si sono alternati a letture di brani del romanzo, interpretati magistralmente da Gianfranco Scotti. Il richiamo alla famiglia Brini, tra le principali dinastie seriche oriunde del Lecchese, è stato rimarcato con una esposizione allestita in fondo alla sala da Anna Maria Molinari e da Carlo Polvara, con oggetti provenienti da collezioni private e legate al mondo della seta. Tra i cimeli hanno attirato l’attenzione una aspatrice e una bilancia “titolatrice” per pesare la matasse di seta; i ritratti dei capostipiti della famiglia Sala (legata ai Brini da vincoli di parentela); editti di inizio Ottocento riguardanti il complesso del Seminario, trasformato in stabilimento serico dai Sala; e persino dei bozzoli e dei rami di gelso.

Al termine della presentazione Paolo Colombo, presidente di Officina Gerenzone aps (che ha collaborato all’organizzazione della serata) ha anticipato ai presenti il percorso della passeggiata organizzata nella mattinata di oggi sabato 20 settembre nei luoghi che videro l’ascesa serica dei Sala e dei Brini. Le iscrizioni sono andate esaurite in poche ore con quasi duecento richieste, alle quali si è cercato di dare riscontro organizzando due gruppi di visita. Per chi non fosse potuto intervenire, la serata sarà a breve disponibile sul canale youtube dell’Associazione Giuseppe Bovara. Il prossimo appuntamento sarà il 10 ottobre quando, all’interno del Medfest, si terrà in Officina Badoni una conferenza di Giuseppe Pacciarotti sulla tematica dei “neomedievalismi” nei territori di Varese e Lecco.