BOSISIO: “BORSELLINO, CHI È…
STATO A UCCIDERLO?”. APPELLO
PER LA CITTADINANZA ONORARIA

Reduce dalla riuscita manifestazione di Milano del 5 luglio a difesa del magistrato Nicola Gratteri, ma non solo, indetta da una miriade di composite realtà anche dell’associazionismo antimafia nazionale, una cosa in particolare mi continua a ronzare in mente: quel grido inequivocabile “Fuori la Mafia dallo Stato!”

Un urlo più che uno slogan che era pure riecheggiato a Palermo ai funerali di Borsellino con tutta la sua carica di rabbia in una partecipata e consapevole denuncia collettiva.

Una assai condivisibile denuncia secondo chi ha avuto la doverosa pazienza di non rimanere in superficie limitandosi a celebrare solo retoricamente in più d’una circostanza “istituzionale” la memoria di una lunga serie di reali “servitori dello Stato”.

Un approfondimento che, per chi coltiva la semplice logica, non può non portare a interrogarsi su chi, oltre alla Mafia, sia di fatto corresponsabile dell’uccisione del magistrato, ancora impunita rispetto ai suoi “mandanti occulti”, come del resto per molte altre vicende analoghe quali quelle relative alla morte di Falcone, Piersanti Mattarella, Dalla Chiesa, solo per citarne alcuni.

E come può uno Stato, che nel suo insieme voglia essere minimamente credibile, non fare fino in fondo giustizia ammettendo apertamente che più volte nel corso della sua storia  settori importanti della sua struttura economica e istituzionale abbiano stretto, di fatto, “indicibili alleanze” con poteri criminali che solo a parole dicevano di combattere?

Si avrà mai doverosamente la coerenza e la volontà politica di fare luce su tutto ciò? O ci si limiterà a celebrare i morti e a lasciar soli i vivi che stanno opponendosi nel concreto a tali logiche?

E i Gratteri e i Di Matteo avvertiranno attorno a loro un consenso non solo della Società civile ma esplicitamente dei livelli istituzionali più alti?

Perché allora non contribuire dal basso a non lasciar soli questi effettivi rappresentanti dello Stato nel difficile svolgimento, a nostro nome, del loro prezioso ruolo di garanti della Collettività?

Proprio in ragione di ciò rivolgo un FORMALE E PARTICOLARE APPELLO al livello istituzionale più prossimo a noi Cittadini e cioè ai Consigli Comunali locali perché concedano la loro cittadinanza onoraria  a questi due magistrati tra i più maggiormente esposti, visto anche e soprattutto la loro carica d’esemplarità per tutti.

A partire dai rappresentati del mio Comune d’appartenenza (Oggiono), mi aspetto quindi una sollecita presa di posizione, vista peraltro la sensibilità dimostrata in analoghe occasioni su questi delicatissimi temi.

Voglio anche augurarmi che le forze politiche impegnate in questo altrettanto delicato passaggio elettorale abbiano realmente a cuore, ma non solo a parole, questi qualificanti e dirimenti aspetti della nostra Convivenza Civile.

 

Germano Bosisio