CALOLZIOCORTE – L’assessore Tina Balossi ha portato gli auguri della comunità alla signora Ines Falconi, 100 anni e una vita vissuta appieno.
Nella giornata del 18 gennaio, insieme al sindaco Marco Ghezzi, l’assessore Tina Balossi si è recata a porgere gli auguri alla signora Ines Falconi per i suoi 100 anni, anche a nome dei cittadini calolziesi.
Accolti dalle figlie Marilena, Licia e Paola, che la accudiscono, Ghezzi e Balossi hanno ascoltato la sua storia.
Nonna Ines è nata a Foresto Sparso, sul Lago d’Iseo, dove veniva chiamata “la fornarina” per il lavoro nel forno dei genitori; questo soprannome le è stato di buon auspicio, favorendo l’incontro con Silvio Mangili, il ragazzo calolziese che, dietro suggerimento di un commilitone, andò a conoscere “la bella ragazza di Foresto Sparso”. Appena la vide, Mangili non ebbe dubbi: “Quando la vidi capii che quella ragazza sarebbe stata la donna della mia vita!”. Dopo pochi anni i due si unirono in matrimonio ed iniziarono la loro vita insieme a Calolziocorte.
È qui, nel negozio di alimentari e macelleria “Mangili“ di Via Fratelli Calvi, che molti calolziesi l’hanno conosciuta e sono stati accolti con gentilezza e con un sorriso, come solo lei ha saputo fare.
“Nella lunga vita di Ines – ricorda l’assessore Balossi – ci sono ricordi tristi e felici, amicizie forti, desideri realizzati, rimpianti e dolori, tutto vissuto con coraggio e tanta fede“.
“Ricordi di guerra, con lo scampato pericolo in seguito ad una “mitragliata” di un aereo, che le causò una settimana di febbre alta per il grande spavento; ricordi felici, quando pensa alle scampagnate in montagna e ai viaggi in treno, in compagnia dei genitori e dei suoi sette fratelli e sorelle, per visitare musei e mostre: ancora le si illuminano gli occhi – aggiunge Balossi – al ricordo del suo abito di nozze, confezionato con un tessuto ricavato dal telo di un paracadute”.
“Ci sono amicizie solide e durature come quella con la sua migliore amica Eleonora, una ragazza ebrea che le confezionò e le regalò una bambola di pezza che le è rimasta nel cuore;
ci sono desideri realizzati, primo fra tutti la sua famiglia, composta da cinque figli, dieci nipoti e nove pronipoti, e quel viaggio intrapreso da sola, a cinquant’anni, fino a Johannesburg, in Sudafrica, per raggiungere la figlia Marilena e la nipote;
c’è il grande rimpianto di non aver potuto proseguire gli studi dopo la terza avviamento, perché doveva aiutare la sua numerosa famiglia, ma la passione l’ha spinta a leggere molto e a scrivere poesie, tra le quali una intitolata “La bambola di pezza“, in ricordo del gioco dell’amica Eleonora, e una che – testimonia Balossi – lascia come testamento alla sua famiglia”.
La bambola di pezza
È primavera.
Ogni giorno aiuto Eleonora nel pascolo.
Col bastone richiamo la mandria
ed ella intanto trova il tempo
di cucirmi in dono
una bambola di pezza.
Nel sacco dei cenci luccichìo di lustrini,
ogni sorta di colori ti trovi tra le mani.
Il bianco per la sposa
il nero per la signora
lo scialle per la contadina
il rosso per la gitana.
È il tesoro più bello, più prezioso,
più caro che possiedo.
Sono convinta abbia
un’anima; ed io le parlo
e la vesto come una regina.
Oggi la signora Ines si stupisce di essere arrivata a questa importante età, ha conservato il suo dolce sorriso e la sua proverbiale golosità, che non disdegna di accontentare.
“Ines – sottolinea Balossi – ha ancora molte esperienze da condividere con tutti coloro che le sono accanto e che la circondano di tanto affetto; al momento di lasciarla ci dice: “Voglio vivere, perché la vita merita di essere vissuta“, e questo saluto sa di augurio per tutti noi”.
Michele Carenini