CALOLZIO: LECCO-BERGAMO,
L’ASSEMBLEA FA DISCUTERE
E NON ACCONTENTA NESSUNO

CALOLZIOCORTE – L’assemblea pubblica sulla strada Lecco-Bergamo tenutasi nell’oratorio di Sala ha evidenziato lo stato del progetto e le opzioni che il commissario potrà scegliere, tutte e tre altamente impattanti per Calolziocorte: i cittadini sono contrariati.

L’assemblea pubblica organizzata dal comune non ha avuto il pubblico sperato, ma i presenti hanno avanzato una serie di obiezioni e controproposte ai progetti, presentati dal sindaco Marco Ghezzi e sottoposti al commissario straordinario per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 (nominato dal governo Draghi nel febbraio 2022).

Ghezzi ha specificato che, con le considerazioni dell’Anas, il commissario dovrà decidere a breve quale progetto realizzare, poiché l’opera è inserita nel più vasto pacchetto delle Olimpiadi, finanziato con la manovra finanziaria di quest’anno; da lì il progetto dovrà passare per la commissione dei lavori pubblici del parlamento e poi essere incluso nella finanziaria.

Le tre soluzioni sono tutte complicate e impattanti, soprattutto per la vita quotidiana di Calolziocorte e a causa dei problemi che potrebbero nascere durante i lavori.

Il lotto incluso nei disegni presentati, definito “San Gerolamo”, è l’unico per cui Anas ha un mandato, poiché per il lotto “Lavello” serve presentare uno studio di fattibilità: il lotto Lavello, che va da via dei Sassi alla rotatoria del ponte Cantù di Sala, al momento non è finanziato e il suo eventuale costo è in salita, con ulteriori 60 milioni di euro stimati.

Le tre soluzioni

Nella soluzione 1, che segue il tracciato e il progetto esecutivo originario, gli sbocchi a Chiuso e Calolzio rimangono invariati, mentre la lunghezza iniziale prevista di chilometri a doppia canna monodirezionale si trasforma in un singolo fornice per il lotto San Gerolamo. Sono previste inoltre due rotatorie a Calolziocorte non ancora realizzate, di cui una in via de Gasperi.

In questo progetto Anas ha individuato due criticità: nelle due direzioni i limiti di velocità, a causa delle diverse curve, sono troppo diversi e quindi pericolosi; inoltre, nella zona al di sotto di corso Dante sono presenti depositi lacustri semiliquidi, per cui sarebbero previsti consolidamenti da effettuare con la tecnica del jet-grouting, ovvero una struttura palificata di consolidamento sviluppata verticalmente, cioè inserendo sostegni dalla strada soprastante e dunque con la necessità di espropriare temporaneamente terreni privati ed eventualmente demolire alcuni edifici (secondo il sindaco la larghissima parte è composta da stabilimenti o edifici abbandonati, in una zona da riqualificare).

Nella soluzione 2 la chiave di volta è la “talpa” TBM: in questa soluzione verrebbe modificato l’imbocco di Calolzio, con una sola rotatoria in ingresso a salire verso la vecchia sala civica e proseguendo sotto corso Dante. Per questo progetto l’imbocco del lato sud verrebbe tombato e, causa lavori, via Sassi sarebbe temporaneamente chiusa e via Stoppani diventerebbe a senso unico.

I punti critici sono le tempistiche: sono necessari un anno per ordinare la talpa, un altro anno per creare l’apposita piazzola per la TBM e la sua traiettoria sarebbe in difficoltà se dovesse trovare ostacoli consistenti nel percorso. Con questo progetto inoltre, in corso Dante si troverebbero almeno 8 edifici a rischio danno di livello 3-4 (il massimo) in caso di cedimenti strutturali causati dal passaggio della TBM; in caso di danni, il Comune programmerebbe lo spostamento delle famiglie e il consolidamento degli edifici coinvolti.

Nella soluzione 3 il tracciato passerebbe direttamente sotto via Galli, utilizzando il sistema, già incontrato nella soluzione 1, del jet-grouting, direttamente dalla superficie di via Galli: in questo caso non sarebbero necessari espropri, ma, con la presenza di un cantiere mobile che parte dal sottopasso sottostante e procede alla velocità di 10-15 metri consolidati ogni due mesi, via Galli rimarrebbe chiusa per circa due anni, mantenendo garantito il solo passaggio pedonale. In questo caso non ci sarebbe nessun rischio teorico di danno ad edifici, ma danni certi agli esercenti e ai residenti della via.

Ghezzi continua evidenziando i costi: la soluzione 1 prevede una spesa di 230 milioni di euro, la soluzione 2 di 300 milioni e la soluzione 3 di 260 milioni.

Il sindaco ha poi assicurato che il compito del Comune è diventare supporto, una volta individuata la soluzione, dei cittadini coinvolti in rapporto con Anas per ridurre al minimo i possibili problemi e proporre l’attuazione di consolidamenti misti (non con palificazioni dall’alto, ma dal sottofalda); ha poi aggiunto che il fondo per le persone danneggiate, sottolineato essere ingente, sarà aumentato di un ulteriore 30%.

Gli interventi del pubblico

Le prime obiezioni dal pubblico sono state una richiesta dei veri vantaggi per Calolzio, poiché nella galleria sarà convogliato tutto il traffico di corso Dante e corso Europa, ma rimarrà il problema del traffico in via Padri Serviti.

L’idea di un nuovo progetto per una galleria fino alla rotonda del ponte Cantù, il già citato lotto “Lavello”, allungherebbe i tempi e non darebbe la possibilità di accedere ai fondi del pacchetto Olimpiadi, ma è stata appoggiata da gran parte del pubblico e dall’ex consigliere di minoranza Paolo Cola, sostenuta dall’idea che i 150 milioni di euro disponibili potrebbero coprire tutti i lavori, perché non ci sarebbero espropri e rimborsi da fare al contrario delle tre soluzioni presentate.

Un’ulteriore criticità è stata evidenziata nel fatto che i condomini di via Galli rischierebbero di subire danni ai loro garage, posizionati a 5-6 metri sotto la strada e dunque sensibili, oltre che già soggetti ad infiltrazioni e annosi problemi. Ghezzi ha ribadito che gli studi condotti hanno escluso questa possibilità e ha evidenziato che il Comune rimborserà il 40% del fatturato ai negozi di Via Galli nel momento in cui dovesse rimanere chiusa.

Altre obiezioni sono state la poca utilità dell’assemblea a causa della poca voce in capitolo del Comune e la richiesta di più tempo per fare un progetto migliore per Calolzio, poiché, rispetto agli altri comuni coinvolti, sarebbe la zona con il maggior transito di mezzi, soprattutto pesanti, a causa dei depositi di stoccaggio che sarebbero locati in zona Lavello.

Ghezzi ha ribadito che, pur avendo preso in considerazione l’idea di riprogettare il tratto includendo il lotto “Lavello”, lo stanziamento dei fondi è soggetto al Cipes (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), che li stanzierebbe per altri progetti se la progettazione dovesse proseguire ulteriormente.

Un importante intervento è stato fatto dalla sindaca di Cisano Bergamasco, Antonella Sesana, che si è mostrata critica verso la variante di Cisano, opera strettamente collegata a quella di Calolzio, dal costo di 50 milioni di euro e bollata come “superflua”, e ha ribadito come, in queste decisioni, il peso del Comune è davvero relativo.

Insomma, la variante della discordia continua a creare dubbi e perplessità anche a poche settimane da quella che dovrebbe essere la conferma effettiva di un progetto e dei successivi lavori, e il Comune pare essere un attore non troppo di primo piano nella questione.

M.C.