LECCO-BERGAMO: A CALOLZIO TANTE CURIOSITÀ PER UN PROGETTO AGLI INIZI

CALOLZIOCORTE – Consiglio comunale straordinario sulla Lecco-Bergamo tra le rassicurazioni della maggioranza e la preoccupazione dei cittadini, presenza massiccia alla ricerca di risposte tale da riempire la sala consiliare.

Il sindaco Marco Ghezzi ha aperto la serata con una presentazione della storia dell’opera e del suo stato attuale: “Ad oggi l’opera, dal costo iniziale di 230 milioni, è finanziata per 159 milioni di euro: il Cipe, Comitato Interministeriale Programmazione Economica, dovrà stanziare i restanti 70 milioni”. Lo stesso Cipe ha approvato il lotto da realizzare, il cosiddetto lotto San Girolamo, in mano dal 2022 ad un commissario straordinario nominato dal governo.

L’opera, che si concluderà indicativamente nel 2029, è però ancora ad uno stadio iniziale: il progetto definitivo infatti necessita di più di un anno di tempo, mentre i lavori per la sola galleria sono stimati in almeno 3 anni.

Il leitmotiv della presentazione, in risposta alle questioni del pubblico, è stato che l’opera non si può più modificare, includendo il lotto che, da Calolzio, arriverebbe al ponte Cesare Cantù di Sala: il Cipe infatti ha approvato la parte di progetto che include solo il lotto San Girolamo e il commissario ha ricevuto l’incarico di portare a termine quel compito; ripartire da capo significherebbe perdere i 159 milioni di euro di finanziamenti che giungono dal fondo per le Olimpiadi Milano Cortina 2026, anno entro cui l’opera non sarà verosimilmente conclusa, ma per cui era stata preventivata e dunque finanziata come collegamento tra l’aeroporto di Orio al Serio e la Valtellina.

La soluzione scelta, la cosiddetta soluzione 1, prevede interventi di palificazione dall’alto per sostenere la struttura e una parte critica del tracciato che passerà sotto via Locatelli: il sindaco ha voluto chiarire che “chi potrebbe essere interessato dalla zona più critica dei lavori potrà fermarsi dopo il consiglio comunale o prendere un appuntamento per parlare più nel dettaglio della situazione; noi non abbiamo voluto allarmare inutilmente la popolazione sugli edifici interessati, proprio perché il progetto non è ancora definitivo e potrà variare anche leggermente, interessando altri edifici”.

I presenti hanno quindi potuto vedere per la prima volta una mappa degli edifici più o meno interessati da rischi, con una fascia centrale rossa destinata ai maggiori disagi e un raggio di qualche decina di metri con edifici segnati in azzurro, interessati dal bacino di subsidenza: il fenomeno, che Ghezzi ha definito come “la situazione in cui potranno essere percepiti, ma con rischi lievi, rumore e altri piccoli disagi”, ha agitato la platea quando la consigliera Sonia Mazzoleni ha affermato che “la subsidenza può riguardare anche abbassamenti del terreno”.

Le minoranze sono poi intervenute a partire da Calolziocorte BeneComune, con la capogruppo Sonia Mazzoleni: “Il commissario per il progetto Santandrea, che è stato recentemente commissariato e dunque sostituito, aveva scelto la soluzione 1, che ricalca il vecchio progetto della Provincia di Lecco, ma con costi lievitati dai 230 milioni di euro previsti a 259 milioni di euro: la realizzazione a palificazioni dall’alto potrà provocare rischi per edifici e famiglie e come gruppo siamo preoccupati, anche per il mancato passaggio di competenza all’Anas e per la scelta dei tre progetti presentati ad ottobre a porte chiuse, escludendo la minoranza. Come gruppo non siamo contrari alla Lecco-Bergamo, ma lo siamo ad un cantiere a metà, problematico e in definitiva senza il lotto di Sala, richiesto fortemente dai cittadini; chiediamo che si pongano le basi per un nuovo progetto che includa il lotto di Sala, che è stato segnalato come importante nella stessa relazione del Comune, in cui anche voi segnalate le criticità che ci preoccupano”.

Ha poi preso la parola Diego Colosimo di Cambia Calolzio: “L’opera avrà un forte impatto negativo, è inaccettabile la modalità in cui siamo arrivati a questo progetto e come se ne sia discusso negli anni, senza il passaggio in una commissione: l’opera non ci convince dal punto di vista economico, con il costo pari ad una metropolitana per pochi chilometri di galleria che non risolverà i problemi di Calolziocorte; il traffico pesante impatterà sul Lavello insieme alle discariche degli scavi destinate in zona e insieme all’inquinamento toccherà il cimitero, l’asilo nido e l’istituto Rota, con rischi per pedoni e persone fragili. La logica di esproprio e risarcimento dei danni che il Comune appoggia segue solo calcoli matematici e non calcola il valore affettivo o le situazioni particolari, non possiamo raccontare alle persone e a chi possiede un’attività coinvolta che saranno ricompensati giustamente”.

Il sindaco Ghezzi ha precisato che “come Comune non abbiamo gestito gli aspetti tecnici e burocratici, ma solo l’impatto sui cittadini, dunque non è sicuramente stata una scelta economica; riguardo i costi, 230 milioni di euro sono aumentati a 259 per ragioni tecniche e, in questa somma, una parte consistente è destinata ai ristori, perché l’amministrazione vuole tutelare i cittadini e le attività che potrebbero avere problemi ed essere presente nella trattativa per adeguate compensazioni, in cui potremo far sentire la nostra voce su eventuali problemi”.

“La soluzione del lotto di Sala – ha proseguito Ghezzi – cancellerebbe i finanziamenti e il progetto attuale, portandoci al punto di partenza; bisogna pensare ai vantaggi di avere un’arteria cruciale per il trasporto lecchese a Calolzio. Colosimo ha infine confermato le problematiche che abbiamo scritto nella relazione e già segnalato nella conferenza dei servizi, per cui ci saranno valutazioni; il giusto ristoro è una quota importante, che supera i 10 milioni di euro”.

Il consigliere Cesare Valsecchi ha poi ricordato “Per quest’opera, come purtroppo capita spesso, non è stata prima fatta un’analisi costi-benefici: vista la delicata situazione, i costi elevati e i possibili aumenti, in futuro i fondi rischiano di mancare, per cui il sindaco dovrebbe richiederne una. Un’altra questione sarà la competenza di viale de Gasperi, in uscita dalla galleria: sarà poi competenza del comune? Perché non è sostenibile asfaltare pochi chilometri di strada a cadenza quasi annuale, visto il traffico pesante che ci passerà”.

Le consigliere di minoranza Wilna De Flumeri e Anna Bruna Frigerio hanno poi posto al sindaco una serie di domande raccolte dai cittadini, a cui hanno chiesto risposte secche: tra queste, il numero di edifici interessati da espropri e le soluzioni concrete per questi casi, oltre alla gestione della viabilità. Frigerio ha inoltre espresso la sua impressione che “gli interessati siano stati informati solo stasera del loro coinvolgimento e altri non lo sanno ancora”. Il sindaco ha chiarito che gli edifici coinvolti non lo sono definitivamente a causa dello stato del progetto e ha poi affermato che “nel tratto che passa sotto la stazione, sarà chiuso un binario alla volta per un breve periodo e i lavori verranno svolti di notte, per evitare problematiche”. Ha poi sottolineato che “la viabilità sarà il problema minore, perché l’incrocio tra via Galli e via Locatelli probabilmente non chiuderà nemmeno, poiché senza rischi particolari”.

La parte finale del consiglio ha visto molti cittadini desiderosi di risposte ad una situazione parsa troppo generica: alcuni imprenditori hanno chiarito di voler capire la situazione al meglio, perché il loro capannone potrebbe essere coinvolto e sarebbero a rischio gli investimenti d’impresa recenti e futuri; la sensazione generale è stata che molti degli interessati avrebbero preferito una convocazione in privato con una lettera, piuttosto che un’assemblea pubblica in cui “scoprirlo”.

Michele Carenini