COMITATO CARLO GILARDI:
“MORTO DA PRIGIONIERO
IN UN HOSPICE E RACCONTAVANO
CHE FOSSE TUTELA”

Dopo anni di ingiuste sofferenze, per tornare libero hai dovuto morire eppure vivevi in uno Stato dove Istituzioni &co osano ancora parlare di diritti e libertà.

Ora sei in un posto certamente migliore con persone speciali come te, la tua grande bontà ci doveva essere d’insegnamento ed invece, una pessima società, non l’ha compresa e l’ha usata per tentare di giustificare la tua “deportazione” in rsa.

Standoti vicino in questi ultimi giorni e guardandoti negli occhi, ci ha fatto comprendere fino in fondo, quanto fossi un essere umano di grande statura morale.

Dove sei ora non avrai più attorno ipocriti e traditori che hanno ignorato il tuo mai cessato grido di libertà.

Non vi bastera l’esecrabile tentativo d’inscenare il finale da “libro cuore”, con il suo ritorno a “casa” (ma in un hospice), per cancellare quello che avete compiuto e il calvario a cui lo avete sottoposto.

Il perdono prevede un pentimento ma persone come voi non ne sono capaci.

Carlo Gilardi tu hai insegnato in vita e insegnerai anche dopo.

La triste vicenda che ti hanno costretto a subire, ignorando le tue ripetute richieste di libertà, esasperandoti per anni, finanche facendoti desiderare più volte di voler morire, é un’eclatante dimostrazione di dove possa spingersi l’insensibilità e la cattiveria umana.

E dopo tutto ciò avranno anche la spudoratezza di chiamarla morte naturale?

Ancora una volta ti chiediamo perdono con il cuore in mano e con le lacrime, per quello che questa triste società ti ha causato.

Ti vogliamo bene, sarai sempre nei nostri cuori.

Comitato “Libertà per Carlo Gilardi”

 

                                                   “Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte,
                                                     per quanto voi vi crediate assolti
                                                     siete per sempre coinvolti”

                                                                                                                          Fabrizio De André

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