Il vero deterrente contro i ragazzini che si scazzottano in stazione non è sventolargli la galera e tantomeno metterli nel recinto semantico delle baby gang, ma con tutta evidenza pedagogica minacciarli di dover obbligatoriamente ascoltare un’altra volta il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Zamperini che invoca per la stazione i Militari, i Militari, i Militari, quelli con mimetica, tonfa, manette, stivaloni e pistola, in quest’ultimo caso da non intendere come qualcuno, ma proprio l’arma da fuoco.
Zamperini si avvolge come fosse il tricolore nella retorica di ordine e disciplina e nondimeno, se potesse, nei salutari antichi insegnamenti anteguerra dei sabati atletici.
Nel suo ruolo di consigliere regionale si guarda bene dal richiedere alla sua Giunta di ripristinare le risorse sulla sicurezza che ha ridotto dove non cancellato, di approvare normative per un percorso di ascolto del disagio e riduzione del danno, come già fatto in altre Regioni con l’istituzione non risolutiva ma certamente non deleteria degli street tutor, figure che possiamo fin da subito tranquillizzare il consigliere Zamperini non pitturano sui muri delle strade ma figure professionali preposte e formate anche con competenze pedagogiche e psicologiche nelle diverse forme di dialogo giovanile, in primis e non sempre e solo moschetto e manganello nemmeno risolutivi.
Militari, Militari, Militari quando non si è all’altezza di mettere risorse, ascolto, progetti, è un attimo: Militari militari, militari.
Zamperini poi riempirebbe di Militari, Militari, Militari anche i cessi pubblici per controllare che venga tirata l’acqua.
Firmato
Colonnello Dax