Le avventure di Morsicone
di Carlo Varesi*
Quinta puntata
Morsicone e Raoul stavano parlando del più e del meno quando sentirono un fracasso all’esterno e una voce che diceva: “C’è nessuno? Dove siete? Mi fate entrare?”
Era arrivato Giacomo il Volpone. Raoul riconobbe la voce ed esclamò: “È Giacomo! Morsicone, fallo entrare”. Morsi ubbidì ed apri al Volpone. Questi salutò e, ringraziando, entrò nella dimora del gattone.
“Caro Raoul, come stai? Finalmente ti rivedo. Grazie dell’invito. Ma chi è il padrone di casa?” domandò.
Raoul illustrò la situazione: “Volpone, ti abbiamo invitato perché c’è da spiegare a questo mio amico come gira il mondo. Tu sei stato anche un giocatore d’azzardo, ti piaceva soprattutto la roulette. Poi hai capito che la via giusta è quella del bene. E hai lasciato tutte quelle istanze della vita che con il bene e la virtù hanno poco a che fare. Ti è comunque rimasta una grande esperienza che hai trasformato in saggezza. Devi istruire Morsicone”.
“Senti Raoul, mi fai passare proprio per un incapace” ribadì Morsicone che si sentiva fortemente a disagio. Sapeva di aver bisogno dell’istruzione del Volpone, ma non voleva ammetterlo.
Giacomo aveva già capito che Morsicone voleva pendere dalle sue labbra ma era frenato. E disse: “Caro Morsicone, non bisogna mai vergognarsi della propria condizione. Questa si può migliorare e fare crescere. E ora questo lo devi fare tu. Lasciati andare e parla liberamente”.
Morsi capì che un’occasione così per poter crescere non gli sarebbe capitata più. Con un grande sforzo cominciò a lasciarsi andare. E uscirono le prime parole.
“Volpone, perché amavi il gioco d’azzardo, specialmente la roulette?”
“Perché è un po’ come la vita, è tutto aleatorio” spiegò Giacomo. “Tu puoi fare tutti i ragionamenti e i propositi di questo mondo ma non hai la certezza che tutto si realizzi e vada bene.
Come nella roulette, nella vita può uscire il numero che conferma quanto hai programmato. Oppure può uscire il numero che azzera e distrugge tutto.
E il bello è che queste dinamiche non hanno una razionalità. Sembra quasi che un non senso organizzi e gestisca il gioco.
E la vita è così. Fai questo, ti preoccupi di quest’altro, ma può arrivare l’imponderabile e sconvolge le nostre prospettive.
Se ci pensiamo può essere un gioco cinico. Ma che fare? Rinunciare a giocare? No, questo non sia mai. Sarebbe come rinunciare a vivere.
La vera difesa a tutto ciò è trovare la giusta dimensione tra aspettative e risultato concreto. Mai illudersi troppo e dare tutto per scontato.
La via di mezzo è lo stato d’animo giusto per poter giocare alla roulette e per affrontare la vita”.
Moriscone ascoltò tutto con grande attenzione. E delle domande cominciarono a formarsi nella sua mente.
“Caspita Giacomo. Sei molto saggio e si capisce che c’è molto da imparare dai tuoi racconti. Voglio farti una domanda. Io sono, o forse ero, molto pauroso. Avevo paura di tutto. Questo è un limite?” chiese Morsi.
“Cavoli, hai citato la fonte dell’immobilismo per antonomasia. La paura. Se ti fai fregare da lei non combinerai mai niente. Ti rispondo solo così. A te il piacere di scoprire poi cosa può accadere se un soggetto decide di vincere la paura” spiegò il Volpone.
Ascoltando queste parole Morsicone capì che era proprio sulla strada giusta. Stava assistendo alla sua repentina metamorfosi.
“Raoul, Raoul, chiamò con entusiasmo…” ma girandosi vide che questi si era addormentato.
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Carlo Varesi vive a Uggiate Trevano (CO), dove si è trasferito anni fa, proveniente da Milano.
Ama scrivere, ha pubblicato due libri e vinto diversi concorsi letterari.
Le avventure di Morsicone è uno dei racconti dell’autore ambientati sul lago di Como.
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