LA GIUSTIZIA SECONDO MANZONI
AL CONVEGNO ROTARY LECCO

LECCO – Sarà la giustizia, uno dei temi più cari ad Alessandro Manzoni, l’argomento del Convegno organizzato dai Rotary Club Manzoni-Lecco-Le Grigne nell’ambito della rassegna ‘Una città per Manzoni’, manifestazione promossa dal Comune di Lecco – Si.M.U.L in occasione dei 150 anni dalla scomparsa del celebre autore. L’appuntamento è per giovedì 25 maggio alle 18 a Villa Manzoni e s’intitola ‘La giustizia degli uomini secondo Alessandro Manzoni: la Storia della Colonna Infame’.

Tra i relatori Alberto Barzanò, docente di Storia Romana all’Università Cattolica di Milano, che rifletterà su ‘L’humanitas come fondamento della giustizia degli uomini dalla Roma repubblicana ai nostri giorni’. “L’idea romana di humanitas rappresenta la base del nostro concetto di giustizia – spiega Barzanò – attraverso la riflessione dei primi filosofi politici moderni e rivoluzionari durante il Settecento, un vero e proprio spartiacque, arriva a essere quel valore imprescindibile del diritto tradotto oggi in ciò che noi definiamo ‘diritti umani'”.

Enrico Manzi, presidente della 2^ Sezione Penale della Corte d’Appello di Milano, proporrà un intervento dal titolo ‘Il processo penale nella storia della Colonna Infame’. “Quest’opera mi ha sempre colpito, fin da quando, fresco di laurea, ne ascoltai la rilettura di Martinazzoli, per la sua attualità e per la capacità di compendiare il pensiero filosofico, politico e culturale di Manzoni – le parole di Manzi -. È un’opera morale e di storia del diritto che ci suggerisce che nessuna legge ci garantisce un giusto processo o la giustizia, ma solo l’umiltà di ricercare la verità senza pregiudizi, sfuggendo alle pressioni di chi cerca sempre e per forza un capro espiatorio”.

Mauro Rossetto, direttore del Museo Manzoniano e Coordinatore della Rassegna per il Centocinquantesimo, invece, avrà il compito di approfondire ‘La vittoria della Storia sull’Invenzione: la genesi de La Colonna Infame all’interno del capolavoro manzoniano’. Rossetto si concentrerà sul legame imprescindibile tra il saggio e la genesi de ‘I promessi sposi’. “Manzoni, inizialmente, pensò di utilizzare proprio la vicenda della condanna e uccisione di Giangiacomo Mora e delle altre vittime dell’ignoranza, dell’opportunismo delle autorità politiche e giudiziarie, come canovaccio della trama di tutto il romanzo – racconta Rossetto – Successivamente, nella prima stesura, decise di farne un capitolo del romanzo, all’interno della sezione che trattava della diffusione della peste nel milanese. Infine, vista la corposità che prendeva il testo, ne fece un’opera a sé, ma poi si risolse a non pubblicarla con un volume a parte, perché voleva dargli la massima diffusione, dato il valore che per lui rappresentava. Inoltre, pose la parola ‘fine’ nella Quarantana de I promessi sposi, l’editio princeps che abbiamo studiato a scuola, solo dopo il termine de La Colonna Infame. Un ribaltamento totale rispetto alla vulgata che abbiamo maldigerito da studenti, del lieto fine che grazie alla Provvidenza risolve tutto e fa vincere i buoni sui cattivi”.

Gianluigi Daccò, già direttore del S.I.M.U.L e profondo studioso di Alessandro Manzoni, presenterà ‘Un gran male fatto senza ragione da uomini a uomini’.

“Di fronte alla evidenza della tragicità della storia, degli innocenti condannati a morte per una colpa impossibile, Manzoni si pone il problema per eccellenza per un cristiano, e cioè come spiegare la realtà del dolore innocente di fronte alla onnipotenza divina”, spiega Daccò.