LICEO MADE IN ITALY. ROSANIA (UGL): “NESSUNA CATASTROFE, VANNO COMPRESE LE RAGIONI”

Gentile Direttore, leggendo il “Graffio” di ieri Liceo del made in Italy a zero. “La matematica non è un’opinione”, sono rimasto perplesso dalle affermazioni dell’autore.

Infatti, concentrarsi esclusivamente sul numero degli iscritti senza considerare il contesto più ampio è riduttivo. Le riforme scolastiche richiedono tempo per essere pienamente assimilate e apprezzate dalla società e dalle famiglie. È prematuro giudicarle come un fallimento sulla base dei numeri delle prime iscrizioni. Come ha affermato il ministro Valditara, “da settembre parte un percorso di eccellenza che risponde alle esigenze di un mondo del lavoro profondamente cambiato e rimasto inascoltato per troppo tempo. Per noi questo è il primo gradino, andiamo avanti con decisione perché è la strada giusta”.

Piuttosto che adottare un tono catastrofico, quindi, andrebbero comprese le ragioni delle riforme introdotte. È evidente che c’è bisogno di una riflessione seria sulla formazione tecnica e professionale in Italia, ma dichiarare la necessità di una “rivoluzione copernicana” è troppo semplicistico: spesso si preferisce l’utopia, mentre la politica seria è fatta di passi possibili e reali, senza salti nel vuoto.

Non posso che fare mie le parole di Ornella Cuzzupi, Segretario nazionale di UGL Scuola: “Qualsiasi sorta di ridisegno degli “status quo” comporta sempre una resistenza da parte di coloro che sono abituati a “sopravvivere” nei propri contesti. Questo però non deve fermare la volontà di far della scuola il principale strumento per la costruzione del domani. La riforma sull’istruzione tecnica è un primo, essenziale, passo verso uno studio più moderno, aderente alla realtà e collegato strettamente alla produttività del sistema Italia. È anacronistico pensare di migliorare un apparato senza modificare nulla o stemperando il tutto in un brodino riscaldato. Noi, come UGL Scuola stiamo guardando con particolare interesse, e non nascondo anche con molte speranze, lo sforzo del Ministro su questo tema. Parlare di lavoro post scuola senza un percorso che comprenda un’offerta formativa integrata che dagli studi di base passi all’alta specializzazione per poi arrivare, attraverso un processo di coinvolgimento diretto, alle imprese, significa voler rimanere in un passato sterile e senza speranza. Per questo motivo invitiamo il Ministro e tutte le forze politiche a non indietreggiare su questi temi e a rinsaldare, in maniera sempre più decisa, la scuola al territorio e alle politiche produttive”.

Cordiali saluti,

Luca Rosania
UGL Scuola – Lecco

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