MARCIA PER LA PACE, STEFANO SACCO: “PARLARNE È DIVENTATO UN TABÙ”

LECCO – È giunta alla decima edizione la Marcia della Pace, organizzata dal comitato Tavola Lecchese per la Pace.

Nella giornata di sabato, una folla colorata si è ritrovata al ponte pedonale di Olginate e ha camminato portando il proprio messaggio di pace fino a Lecco. Gli organizzatori, per quest’edizione, hanno aggiunto un’alternativa per i più piccoli e le famiglie, che hanno preparato insieme una “tovaglia per la pace” all’oratorio di Pescate, per poi ricongiungersi con la manifestazione ed arrivare tutti insieme a Lecco.

Tra gli organizzatori Stefano Sacco, docente ed aderente all’associazione pacifista di stampo cattolico Pax Christi, ha sottolineato: “In questi ultimi anni, la manifestazione si è caricata di ulteriori significati in quanto il quadro internazionale si è complicato, prima con la guerra in Ucraina, alle porte di casa nostra, e poi con gli avvenimenti di Gaza, oltre a tutte le guerre dimenticate e taciute”.

“La Tavola Lecchese per la Pace – ha commentato Sacco – è un’organizzazione fondata già qualche anno fa che ha ripreso vita dopo l’invasione russa dell’Ucraina e in quel momento ho partecipato anch’io. Nella Tavola Lecchese per la Pace sono rappresentate numerosissime associazioni del territorio, come Pax Christi, che non ha altri esponenti nel lecchese, insieme ad associazioni laiche e cattoliche che hanno a cuore questo tema, come il Comitato pace e cooperazione tra i popoli“.

Il docente ha evidenziato il riscontro favorevole dell’evento: “Il clima era molto positivo, eravamo alcune centinaia di persone, con sensibilità diverse anche nel corso della marcia ma tutte unite dall’idea prioritaria della pace, a maggior ragione in questa occasione. Noi ci opponiamo a chi ci dipinge come utopisti fuori dal mondo, crediamo fermamente che la pace sia l’unica scelta ragionevole in questo momento e che fuori dal mondo siano invece i sostenitori della guerra come metodo per risolvere le controversie internazionali. Riteniamo invece che si debba andare in un’altra direzione e quindi che si debbano riprendere i negoziati sia nel conflitto ucraino che nei fatti di Gaza, a partire da un prioritario cessate il fuoco”.

L’evento si è concluso con tre interventi, che hanno portato differenti prospettive sul grande tema della pace: “Chiara Zappa, giornalista che si occupa principalmente di Medio Oriente, ci ha parlato di storie di costruzione della pace dal basso nel contesto israelo palestinese, che ci hanno dato una piccola luce di speranza in un quadro così complesso e apparentemente senza uscita. Le storie, che raccontavano di un futuro possibile solo tramite la convivenza e il rispetto, partivano principalmente da situazioni di dolore, per esempio genitori da entrambe le parti che hanno perso i figli nel conflitto, che, dopo un lungo cammino, hanno deciso di incontrarsi, per dialogare e costruire relazioni”.

Un altro tema è stato quello delle spese militari: “Duccio Facchini, giornalista direttore di Altreconomia, ha parlato principalmente delle spese militari e di come anche l’Italia abbia fornito materiale bellico a Israele, anche dopo il 7 ottobre, creando in questo modo una situazione allarmante in quanto è in corso un’inchiesta per plausibile genocidio a Gaza: se anche l’Italia ha contribuito sul piano militare a fornire strumenti a Israele, la situazione diventerebbe molto delicata.

Da ultimo è intervenuto Gianni Tognoni, segretario del Tribunale per i diritti dei popoli: “Tognoni ci ha esortati a continuare a chiedere la pace, la verità e la giustizia, perché solo con una mobilitazione popolare continua anche le autorità potranno poi agire di conseguenza. Ci ha invitati a scendere in piazza, a mobilitarci e a vincere quel senso di scoramento che a volte ci prende quando tutto il nostro impegno sembra essere inascoltato”.

Sacco ha concluso parafrasando il detto latino “si vis pacem para bellum“, “se vuoi la pace, prepara la guerra”: “La politica manca della volontà di costruire la pace, “si vis pacem para pacem“, “se vuoi la pace, prepara la pace”: anche la parola pace, diceva Gianni Tognoni, sembra essere diventato un tabù; attualmente chi parla di pace, ci dicevano i tre relatori, è considerato un illuso o addirittura un colluso con il nemico. Sappiamo benissimo che già due anni fa, chi poneva dei dubbi sulla questione degli aiuti militari all’Ucraina veniva subito bollato come putiniano, quando in realtà chiedeva un atto di riflessione”.

Michele Carenini

 

Fotografie tratte dalla pagina Facebook della Tavola Lecchese per la Pace