VERCURAGO – Sulla piazza ormai da dieci anni, il gruppo musicale Over di Vercurago si sta lentamente facendo largo nella nostra provincia e non solo tanto che domani sarà impegnato nelle selezioni giovani a Sanremo.
La band è composta da Simone Frassoni e Filippo Gualtieri di Vercurago a cui si sono aggiunti Martina Greppi alla voce e Christian Mazza di Valmadrera, alla batteria, sabato parteciperanno alle selezioni del concorso Area Sanremo e la concreta chance di aderire al festival giovani della città dei fiori edizione 2023. Tante ad oggi le esperienze maturate, tra esse la trasferta a Madrid nel settembre del 2021 quando si esibirono in terra spagnola con il brano ad essa dedicata: Un italiano en Madrid, una dolce e accattivante melodia proposta nella tre giorni iberica. Insomma le aspettative verso il futuro decisamente rosee, anche se due dei quattro giovani alfieri del gruppo lecchese (Frassoni e Gualtieri), incontrati in un noto bar di Galbiate, per l’occasione si camuffano in pompieri: “Diciamo che sta andando abbastanza bene, però il cammino è ancora molto lungo e difficile. Noi intendiamo vivere serenamente alla giornata dando sempre il meglio. Il resto lo vedremo”.
Ragazzi partiamo dall’inizio, come è nata la vostra passione verso la musica?
“Noi due ci conosciamo sin dall’asilo, in seguito ci siamo persi di vista per ritrovarci da adolescenti durante un laboratorio estivo a Vercurago, entrambi eravamo concordi sull’esigenza di raccontarci attraverso dei brani, esprimerci attraverso il suono, la musica, e così abbiamo fatto”.
Il vostro esordio è datato…
“Novembre 2014, al primo concorso a Vercurago. Rammento che eravamo tesissimi anche se ci eravamo preparati bene, senza tralasciare nulla. Un’esperienza che ancora ricordiamo, da allora avremo presenziato a una cinquantina di concerti”.
Avete sin qui realizzato molti singoli ma se doveste indicare il vostro capolavoro dove puntereste il dito?
“Diremo sul brano Euphoria, o almeno ha avuto il maggior consenso da parte della gente, però ne abbiamo altri a cui siamo particolarmente legati”.
Per la serie il pubblico è sovrano, voi che ne dite?
“Non possiamo che essere d’accordo, avere il consenso della gente è il traguardo più grande e importante da raggiungere in questa nostra passione”.
Trasformare la vostra passione in lavoro, significherebbe aver tagliato vittoriosamente il traguardo?
“Sì e no, riuscire in queste cose realisticamente, e considerando anche la concorrenza, non è mai facile. Meglio essere concreti”.
Niente sogno nel cassetto allora?
“Forse lo stiamo già vivendo, siamo felici di quello che siamo riusciti ad ottenere. Il pur prestigioso impegno che avremo a Sanremo deve essere vissuto come una nostra crescita personale, nulla di più”.
Il vostro credo musicale?
“Indie-Pop-Rock, su questo basiamo i nostri concerti”.
Ai vostri fans, ma anche a chi vi ha appena conosciuti artisticamente, cosa suggerite?
“Di seguirci, oltre alla nostra pagina Facebook dove illustriamo i luoghi in cui ci esibiamo la gente può vederci su Youtube e Spotify. Logicamente invitiamo a presenziare dal vivo e nel caso scambiare anche qualche parola e delucidazione sulla nostra attività”.
Esistono delle icone, cantanti ai quali vi siete ispirati da piccoli?
“Ci piace seguire diversi generi di musica. Sbilanciandoci confidiamo che Filippo ha in Vasco Rossi il suo preferito, Simone il cantautorato e quindi Battisti e i Negromaro, mentre Martina è orientata su Laura Pausini”.
Apprezzate pure la musica contemporanea?
“Sì, ad esempio i Pinguini tattici nucleari di Bergamo o Eugenio in via di gioia di Torino. Le nostre sonorità consistono in un assieme di chitarra acustica e elettrica, dal dialogo a due voci, inoltre suoniamo in elettrico, acustico, e in formazione ridotta ossia in meno di quattro componenti”.
In definitiva vi si può definire un complesso giovane, considerando che siete ragazzi che andate dai 26 ai 28 anni con tanti obiettivi raggiunti, anche se alla ricerca di un progressivo miglioramento?
“L’appagamento non ci deve mai essere, bisogna sempre sapersi rinnovare diciamo che siamo giustamente ambiziosi. Attenzione però a voler strafare bisogna essere sempre equilibrati, mai presuntuosi. Se credi di essere arrivato ebbene riteniamo sia solo l’anticamera di un lento ma inevitabile declino che ti porta inevitabilmente alla deriva”.
Alessandro Montanelli