“PADRE NORBERTO STA BENE”.
IN TANTI ALLA SERATA IN CITTÀ
PER SCOPRIRE LA SUA MISSIONE

LECCO – Direttamente dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna sono le parole di Padre Norberto Pozzi a tranquillizzare i propri cari e coloro che hanno pregato per lui. Oggi sta bene e con la serenità di chi è sopravvissuto racconta gli attimi di dramma vissuti lo scorso 10 febbraio quando, mentre si dirigeva al villaggio di Bokpayan (Centrafrica) per riparare una scuola, il furgone che guidava è saltato su una mina probabilmente posta da bande armate che minacciano la popolazione locale.

Nel racconto dell’avvenimento il sacerdote spiega: “Dopo essere stati avvisati, siamo passati per il lato sinistro della montagna convinti che in quel punto non ci fossero mine. Arriviamo ad un doppio ponte, lo passiamo e cerchiamo di tenerci quanto più possibile sul lato sinistro. A questo punto c’è lo scoppio e non ricordo più niente. Non ho sentito nessun rumore”.

Successivamente una moto ha trasportato il missionario all’ospedale di Bozoum percorrendo circa 22 chilometri in sella al veicolo. In seguito alla pulizia della ferita, in elicottero è arrivato a Bangui e poi, con un volo militare, a Kampala (Uganda), dove ha subito l’amputazione del piede sinistro.

In un incontro di beneficenza mediato dalla giornalista Anna Pozzi in sala Don Ticozzi, padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano che ha operato per anni nel paese Centrafricano con padre Norberto, ha raccontato la situazione che affligge uno dei paesi più poveri dell’Africa e soggetto, ancora oggi, a scontri e conflitti che minano la sicurezza della popolazione civile e di chi li aiuta.

Padre Norberto e padre Aurelio, insieme ai sacerdoti carmelitani, si trovano in Centrafrica dagli anni Ottanta. Il paese è in guerra dal molto tempo, i conflitti iniziano nel 2003 e dopo un periodo di precaria tranquillità, nel 2013 un colpo di stato ha portato nuove tensioni.I carmelitani operano nella parrocchia di Bozoum, prestando tuttavia aiuto a molti villaggi limitrofi. In queste piccole ma numerose realtà, l’educazione e la trasmissione di conoscenza è un valore importante per tutti i missionari: alcune delle scuole presenti sono state create dallo stato e molte altre dai sacerdoti carmelitani.

Padre Aurelio racconta come, nonostante la grande povertà in cui vive il Centrafrica, l’agricoltura è una delle risorse più importanti da sfruttare nei villaggi del paese. Sono molte sia le cooperative agricole, ma anche le fiere dove i contadini espongono i propri prodotti per una durata di tre giorni.

La paura c’è sempre, soprattutto dopo ciò che è successo a Padre Norberto – dice il sacerdote Aurelio – ma noi siamo l’unica voce di speranza per il paese. Le missioni sono gli unici posti sicuri dove le persone stanno bene e possono rifugiarsi”.

Presente in aula anche il sindaco Mauro Gattinoni e il fratello di padre Norberto. “La sua situazione è buona ma presto dovranno decidere che tipo di protesi mettergli, se una di gamba o una di piede – racconta il fratello – ma sta bene ed è tranquillo. Le spese per sostenere Padre Norberto e le attività svolte in Africa sono tante, ringrazio chi sta donando quello che può per la causa”.

Il 20 aprile con don Milani ci sarà un momento di raccoglimento, preghiera, solidarietà per padre Norberto nella basilica San Nicolò di Lecco.

S.G.

 

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Causale: emergenza Padre Norberto Pozzi

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