RACCONTO. ‘LE AVVENTURE DI MORSICONE’ DI CARLO VARESI, NONA PUNTATA

Le avventure di Morsicone
di Carlo Varesi*

Nona puntata

Morsicone non vedeva l’ora che si facesse giorno. Pensava solamente ad Anna la Faina, quella che sarebbe stata la sua prima paziente mandatagli dall’amico Raoul.

Non gli piaceva definirla paziente. Preferiva considerarla una creatura bisognosa di aiuto. E lui, quell’aiuto, glielo avrebbe dato tutto. Almeno nelle intenzioni.

La luce finalmente diede il via ad un nuovo giorno e Morsicone si alzò e cominciò ad attendere Anna.

Era pervaso da emozione e impazienza. Ogni attimo era buono affinché Anna giungesse da lui.

Passò un’ora e niente.

Ne passò un’altra e di Anna neanche l’ombra.

Quasi allo scoccare del passaggio della terza ora Morsicone, sfinito dall’inquietudine e dalla preoccupazione che la faina non si facesse vedere, cadde in un sonno profondo.

Dopo un po’ che dormiva sentì una voce che lo svegliò e che diceva: “C’è nessuno? Signor Morsicone buongiorno. Sono Anna la faina. C’è nessuno?” Era arrivata.

Moriscone realizzò solo il nome Anna. Si destò dal sonno immediatamente ed esclamò: “Anna buongiorno!”

È per me un piacere riceverla. So che lei cerca aiuto, che ha bisogno di aiuto. Mi dica, cosa in particolare?
Io sono qui per questo, a sua disposizione”

Nel vedere Morsi e nell’udire quelle belle parole rassicuranti, Anna sentì un tuffo al cuore. E rispose: “Caro Morsicone, prima di tutto ti ringrazio per volermi aiutare. Io ho un disagio fortissimo, che mi fa vivere male”.

“E quale sarebbe” chiese Morsicone.

“Sono una faina di nome e di fatto. Sono disonesta, furba e opportunista. E non vorrei essere più così.

Il luogo comune che le faine sono furbe e disoneste a me non calza. Non mi è mai piaciuto. Però lo sono, furba e disonesta. E questo è più forte di me, non riesco a vincermi. Credi di poter fare qualcosa Morsicone?”

“Io voglio vivere onestamente e non usare la mia astuzia per fregare gli altri” spiegò Anna.

Morsicone ascoltò in silenzio. Riflettè un attimo e disse: “È principalmente una questione di volontà. Tu fai quello che ti è più comodo fare e vivi così.

Però hai il desiderio di cambiare vita ma non lo fai perché questo costa fatica”

“Sì, è proprio così” ribadì la faina.

“Ma così facendo prendi solo in giro te stessa!” esclamò Morsi “È come se tu fossi davanti ad uno specchio che riflette la tua immagine, però distorta. E questa immagine è disonesta e tu la fai vivere perché è comodo condurre l’esistenza così”.

Anna aveva ascoltato con attenzione. Stava in silenzio e non proferiva parola. E due lacrime cominciarono a scendere dagli occhi.

Morsicone capì di aver colpito nel segno. Anche lui non disse niente. E il silenzio si era impadronito della scena e della situazione.

Anna continuava a piangere, lentamente e singhiozzando. Finché Morsi non si fece coraggio e proferì con voce bassa: “Vuoi qualcosa da bere? Come ti senti?”

La faina rispose: “Mi sento una schifezza, ho capito che in tutti questi anni ho vissuto per prendere in giro gli altri. E invece ho solo preso in giro me. E questo mi procura un gran rimorso di coscienza.

Questo mi fa soffrire. E io non sopporto la sofferenza.

Ne parliamo?”

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Carlo Varesi vive a Uggiate Trevano (CO), dove si è trasferito anni fa, proveniente da Milano.
Ama scrivere, ha pubblicato due libri e vinto diversi concorsi letterari.

Le avventure di Morsicone è uno dei racconti dell’autore ambientati sul lago di Como.

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