RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI: ECCO COME CAMBIA LA PROVINCIA

delrioROMA – Approvato il ddl Delrio sulla riforma degli enti locali. Le province non verranno abolite ma solo “riformulate”. Stop alle elezioni dirette, il consiglio sarà formato dai sindaci. Mantenute in gran parte le vecchie competenze, aumentano invece i consiglieri comunali.

Giovedì la Camera ha convertito in legge il ddl Delrio sulle province, si inizia quindi a intravedere quale sarà il futuro di queste amministrazioni locali. Dal primo gennaio 2015 le province saranno considerate enti di secondo livello dunque senza più un consiglio eletto direttamente dai cittadini. Di conseguenza non verranno indette le consultazioni per rinnovare le assemblee in scadenza di mandato.

Nel caso specifico lecchese il consiglio presieduto da Daniele Nava decadrà il prossimo mese mentre verrà prorogato l’incarico al presidente, col compito di gestire la transizione sino a fine anno quando si insedierà la nuova assemblea dei sindaci.

foto consiglio provinciale (1)Il ruolo dei sindaci diviene fondamentale nell’organizzazione delle nuove province. Sono previsti tre organi: l’assemblea, partecipata da tutti i sindaci in carica nel territorio, cui a capo  è posto un presidente eletto dall’insieme dei sindaci e dei consiglieri comunali. Gli stessi primi cittadini e consiglieri sceglieranno tra i 10 e i 16 membri dell’assemblea che andranno a formare il consiglio provinciale. Il consiglio si rinnova ogni due anni mentre il presidente resterà in carica per quattro anni, compatibilmente col proprio mandato di sindaco. Le nuove norme infine non prevedono compensi per alcun ruolo politico.

Le nuove province mantengono le loro funzioni circa l’edilizia scolastica, la tutela dell’ambiente, i trasporti pubblici e le strade di competenza provinciale. Assumono con la riforma compiti di pari opportunità. Tutti gli altri ambiti vengono trasferiti ai Comuni.

Per le province legate alle grandi città la riforma Delrio prevede invece la formula delle città metropolitane. Non è il caso di Lecco, è invece la sorte che attende la provincia di Milano trasformata in “città metropolitana di Milano”, con un consiglio dei sindaci presieduto dal primo cittadino del capoluogo.

La legge firmata dall’ex ministro Delrio prevede anche l’unione dei piccoli Comuni. Aspetto immediato di questo passaggio è la norma riguardante il numero dei consiglieri e degli assessori nei Comuni con meno di 10mila abitanti. Per quelli con meno di 3mila residenti sono previsti 10 consiglieri e 2 assessori; quelli tra i 3mila e i 10mila avranno 12 consiglieri e 4 assessori. La rappresentanza nei Comuni dunque aumenta, si stimano infatti complessivamente circa 24mila consiglieri in più ma senza aumenti di spesa.

C. C.