“VOLTI E STORIE”: AFFOLLATO EVENTO DEDICATO ALLO STOPPANI

LECCO – Successo venerdì 12 aprile per la prima nazionale della presentazione della nuova edizione Millenni Einaudi de ‘Il Bel Paese’ di Antonio Stoppani, geologo, primo presidente del Cai Milano e grandissimo divulgatore scientifico.

Un’affollata aula magna del Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco ha accolto l’evento che ha aperto la rassegna ‘Volti e Storie. Ritratti di lecchesi illustri da Lecco al Mondo’, promossa dal Comune di Lecco e dal SiMUL (Sistema Museale Urbano Lecchese) per la concomitante celebrazione di una serie di anniversari relativi a personaggi illustri che, insieme ad Alessandro Manzoni, hanno scritto la storia di Lecco e hanno eccelso nei loro rispettivi campi: Antonio Stoppani (Lecco, 15 agosto 1824 – Milano, 1° gennaio 1891), di cui ricorre il secondo centenario della nascita; Mario Cermenati (Lecco, 16 ottobre 1868 – Castel Gandolfo, 8 ottobre 1924), scienziato, naturalista e politico di impronta radicale, scomparso 100 anni or sono; Antonio Ghislanzoni (Lecco, 25 novembre 1824 – Caprino Bergamasco, 16 luglio 1893), giornalista, scrittore e musicista, noto per essere il librettista dell’Aida di Giuseppe Verdi, di cui ricorre il bicentenario della nascita.

“Una città che guarda al futuro non può dimenticarsi delle sue radici – ha detto Simona Piazza, vicesindaco e assessore alla Cultura – Questa rassegna le indaga, sottolineandone il valore e le trasforma in una chiave di sviluppo per il futuro”. Della stessa opinione Francesco Locatelli, presidente del Rotary Club Lecco sostenitore dell’evento, che ha ricordato che la “cultura è uno degli ambiti in cui si esprime lo spirito di servizio del club”.

Mauro Rossetto, direttore del SIMUL, ha poi introdotto la serata con gli illustri ospiti: Walter Barberis, storico e presidente della casa editrice Giulio Einaudi, curatore della nuova edizione e Mauro Bersani editor e responsabile della collana dei Classici, in Einaudi dal 1991, presentati da Bruno Biagi. Proprio a Biagi, fondatore e animatore de ‘i Promessi sposi in circolo’, si deve il suggerimento a Einaudi per la nuova edizione dell’opera di Stoppani.

Barberis ha stregato il pubblico con un intervento appassionato che ha ripercorso l’evoluzione dell’espressione Italia tra “pura espressione geografica e idea di nazione”, sottolineando la particolarità e la bellezza del territorio capaci di attrarre tra il Seicento e l’Ottocento i giovani nobili che compivano il ‘Gran Tour’. Ha poi offerto un affresco vibrante della temperie storica in cui ‘Il Bel Paese’ viene scritto: “Dagli anni settanta agli anni novanta dell’Ottocento c’è un’idea di nazione che si andrà poi spegnendo. Sono agli anni in cui in Italia, accanto alla letteratura e dall’arte, si affaccia la scienza, in cui personaggi come Stoppani coniugano il sapere e rapporti internazionale e la particolarità del territorio italiano emerge in tutta la sua complessità, dalle Alpi ai vulcani”.

Ha poi posto l’attenzione sulla centralità della figura eroica del maestro che nasce in quegli anni, con l’ampliamento dell’obbligo scolastico, e sul valore di un’educazione che comprenda anche e il sapere scientifico e a formare una nuova classe di operai specializzati capaci di competere con gli altri paesi europei. In questo contesto Antonio Stoppani rappresenta il primo grande divulgatore, capace di anticipare di oltre un secolo un metodo narrativo che sta spopolando oggi nella nostra editoria: “Raccontare i grandi eventi ai ragazzi, dialogando con loro. ‘Il Bel Paese’ raccoglie conversazioni immaginarie di uno zio svoltesi il giovedì sera con i suoi nipoti, esattamente con lo stesso meccanismo con cui oggi si racconterebbero eventi come la guerra e la resistenza ai giovanissimi”.

Focalizzato sulla lingua e, inevitabilmente, sulla relazione con Manzoni citato dallo stesso Stoppani già nella premessa del volume, l’intervento di Bersani. “La lingua di Stoppani è diversa da quella manzoniana, ma da quest’ultima prende alcune cose: l’utilizzo dell’ironia, per esempio, e le frasi colloquiali, fino ai proverbi. Molto diverso invece l’uso delle metafore, sovrabbondanti nello Stoppani, prudenti nel Manzoni. Stoppani è scienziato, ma nei suoi paesaggi c’è anche un grande lirismo e l’intuizione del paesaggio come bene culturale. C’è la consapevolezza di aver tracciato una “carta sentimentale” del Bel Paese”.

Significativo, come sempre nella collana Millenni, il contributo dell’apparato iconografico: “Oltre alle tavole originali, abbiamo inserito una serie di quadri ottocenteschi che ritraggono paesaggi. Facendo ricerche sulla pittura alpina per inserire i dipinti, abbiamo rintracciato solo autori stranieri: all’estero c’era infatti una tradizione che in Italia si sviluppa dopo la pubblicazione de ‘Il Bel Paese’. Fra i tanti meriti occorre, dunque, anche riconoscere a Stoppani di aver probabilmente favorito lo sviluppo di un movimento pittorico”.

“La rassegna ‘Volti e Storie. Ritratti di lecchesi illustri da Lecco al Mondo’ non poteva avere un miglior inizio – commenta Mauro Rossetto – non solo per la straordinaria caratura degli ospiti e il grande afflusso di pubblico, ma anche perché traccia una linea che vede nel riferimento a Manzoni uno dei cardini del suo sviluppo e che ci condurrà alle celebrazioni manzoniane con ancora maggior entusiasmo”.